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Francia: si allarga il perimetro della protesta sulla legge El Khomri

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Tutti in strada contro la legge El Khomri che introduce maggiore flessibilità nel mondo del lavoro e rende più semplice ricorrere al licenziamento “economico”. Lunedì sera i primi a scioperare sono stati gli autotrasportatori che lottano contro la possibilità di ridurre il pagamento degli straordinari dagli attuali 25-50% al 10% (con l’introduzione di contratti aziendali, previsti dalla El Khomri); martedì mattina molte erano le strade interessate dai fermi e circa in 3mila avevano bloccato la zona portuale di Le Havre.

Contrarie alla El Khomri sono le sigle sindacali Cgt, Fo-Force Ouvrière, Fsu, Solidaires, Unef, Unl e Fidl che nel corso di questa settimana “calda” hanno indetto giornate di proteste e manifestazioni.

Le proteste sono arrivate fino alla capitale dove si sono riscontrati problemi anche per il trasporto urbano; oggi scioperano le ferrovie (Sncf) e venerdì è programmato uno sciopero generale del petrolchimico.

Il presidente Hollande però è deciso è a dare battaglia. «Non cederò: la legge passerà» ha detto perché la El Khomri è «frutto di un compromesso»; rivista più volte per andare incontro alle richieste dei sindacati (e scontentando quelle degli imprenditori).

Per la stampa francese, la partita contro il governo e il provvedimento è perso in partenza visto che il ministro dell’Interno Valls e il presidente Hollande hanno deciso di ricorrere alla procedura d’emergenza (consentita dall’art. 49.3 della Costituzione francese), che dà il via libera all’approvazione di una legge senza il voto in aula. Lo stesso accadrà a giugno quando la legge passerà in Senato e ritornerà ai deputati per la seconda lettura. Così la tanto contestata El Khomri dovrebbe essere approvata entro il mese di luglio.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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