Continua la luna di miele tra il presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Dopo che in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto Fiscale in cui figura un incremento di 26,4 milioni di euro da destinare alle deduzioni forfettarie delle spese non documentate degli imprenditori artigiani, il primo esprime «apprezzamento e soddisfazione per l’operato» del secondo, lodevole per aver «rimediato, come promesso, a un errore perpetrato a danno di decine di migliaia di piccoli autotrasportatori, che sono l’ossatura del settore».
E le promesse a cui Genedani fa riferimento erano state espresse da Toninelli lo scorso 14 settembre proprio alla Convention Nazionale di Confartigianato Trasporti, all’alba cioè della relazione.
Ma adesso Genedani ci prova gusto e alza la posta ricordando a Toninelli di non far scherzi su altre importanti partite sulle quali l’autotrasporto attende conferma. «È ora necessario che il Governo si adoperi per dare continuità ai provvedimenti per la competitività dell’autotrasporto italiano – ha puntualizzato il presidente di Confartigianato Trasporti – a cominciare dalla garanzia per gli operatori del rimborso accise gasolio, che in alcun modo deve penalizzare i piccoli che non sono in grado di cambiare i mezzi, e prevedendo un piano pluriennale che consenta il rinnovo del parco mezzi circolante con veicoli di ultima generazione e più sicuri».
E questa frase, ovviamente, va letta insieme a quanto dichiarato ieri dal vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto, Paolo Uggè, il quale aveva evidenziato come non servano risorse per salvare i rimborsi delle accise, ma basta lasciarsi ispirare dalla sostenibilità. Vale a dire togliere a qualcuno (che dispone di veicoli più inquinanti), per non togliere a tutti (anche a chi, cioè, dispone di veicoli poco inquinanti). Tradotto: togliamo i rimborsi accise agli Euro 3, per conservarli agli euro 5 ed euro 6 (gli euro 4 in circolazione sono molto molto pochi). Ma Genedani teme che questo taglio possa ricadere sulle piccole imprese e quindi vorrebbe che, contestualmente a una tale misura, ci possa essere anche una qualche forma di sostegno per chi si trovi costretto a sostituire il veicolo. I sostegni potrebbero essere costituiti, per esempio, da incentivi alla rottamazione e da esonero dal pagamento bollo. Ma in questo caso, forse, sarebbe necessario per lo Stato spendere qualche euro. O, detto più correttamente, investirlo. Perché con un parco veicolare rinnovato e quindi tecnologicamente più evoluto e più sicuro, con un ambiente più pulito e con l’Iva incassata tramite gli acquisti dei veicoli, anche lo Stato avrebbe diversi benefici.