Tutto era nato con un titolo di prima pagina del Sole 24 Trasporti che annunciava l’imminente abrogazione dei costi minimi di sicurezza, previsti dall’art. 83 bis della legge 133/08, da parte della manovra detta di Ferragosto. Un titolo che aveva sollevato polemiche tra le associazioni dell’autotrasporto, le quali pronte hanno bussato alla porta della Consulta e del suo presidente (nonché sottosegretario ai Trasporti), Bartolomeo Giachino. Il quale adesso, risponde puntuale e a chiare lettere: “la liberalizzazione di cui parla la manovra non c’entra niente con i costi minimi dell’autotrasporto”.
In pratica Giachino sostiene che una cosa è il caso previsto dall’art. 83 bis, altra cosa è quella prevista dalla manovra all’art. 3, comma 9, lettera h), articolo che contiene il riferimento – da cui aveva preso le mosse l’articolo del Sole Trasporti – relativo all’abrogazione di tutte le restrizione consistenti “nell’imposizione di prezzi minimi”.
L’argomento usato dal sottosegretario fa perno proprio sul concetto di “prezzo”: “esula dal concetto di costo minimo – spiega Giachino – qualsiasi riferimento ad un margine di profitto (concetto intrinseco nel termine ‘prezzo’), né si fa riferimento a criteri di determinazione, anche indiretti, di tale margine. A ciò va aggiunta l’interpretazione teleologica dell’art. 83 bis, comma 4, che espressamente richiama i superiori ed indispensabili interessi pubblici alla sicurezza della circolazione stradale ed alla regolarità del mercato dell’autotrasporto”.
Di seguito il sottosegretario Giachino ricorda pure che lo stesso art. 83 bis è stato riformulato dalla manovra, allo scopo di riproporre la possibilità di concludere accordi di settore. E non sarebbe stato logico da una parte modificare una norma e dall’altra provvedere a cancellarla.
Giachino: “la liberalizzazione della manovra non tocca i costi minimi”
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