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Il Sistri è morto… ma potrebbe presto resuscitare

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Il Sistri è morto? In un paese normale la risposta sarebbe secca: sì. Certo, un paese normale non l’avrebbe fatto slittare così tante volte una volta concepitolo. Ma l’Italia non è un paese normale. E così, dopo la cancellazione del Sistri di ferragosto, si è già messo in moto l’iter per riscriverlo di nuovo.

E allora riproponiamo la domanda: il Sistri è morto? Insomma, per ora sì, domani si vedrà. Il fatto è che il Sistri ha fan e detrattori. E i fan hanno convinto – in maniera più o meno diretta – la commissione Ambiente del Senato a votare un emendamento alla manovra bis a favore del ripristino del Sistri. Ma d’altra parte i detrattori si sono subito mossi per ottenere il rimborso di quanto pagato per “finanziare” il sistema.

Ma vediamo nei dettagli questa doppia iniziativa.

La motivazione della Commissione è elementare: siccome senza Sistri si tornerebbe al passato sistema cartaceo e siccome il sistema cartaceo “non ha saputo evitare quell’assoluta incertezza intorno alla sorte definitiva di ingenti quantitativi di rifiuti, non solo pericolosi, che pone a rischio nel nostro Paese la salute dei cittadini oltre che la tutela dell’ambiente, creando i presupposti per il perdurare di traffici illeciti legati al settore dei rifiuti”, sarebbe opportuno tenere in vista il sistema di tracciabilità e garantirne piena operatività dal 1° gennaio 2012. Senza considerare che – aggiunge la Commissione – la soppressione del Sistri non sarebbe gradita all’Europa e anzi ci esporrebbe a una procedura di infrazione, perché rispetto ai rifiuti pericolosi a Bruxelles preferiscono la tracciabilità.

Nel frattempo altri lavori sono andati avanti nelle Commissioni Bilancio congiunte (Camera e Senato). Qui sono state sentite le parti sociali e in particolare Rete Imprese Italia (CasArtigiani, CNA, Confartigianato imprese, ConfCommercio, ConfEsercenti), CGIL e UGL. Rete Imprese Italia si è detta favorevole all’abolizione del Sistri perché “Sempre risulta inefficace a combattere le ecomafie e inefficiente rispetto al sistema di gestione dei rifiuti e alla operatività delle imprese… Al fine di configurare e di monitorare il percorso e la destinazione finale dei rifiuti occorre mettere a punto un nuovo sistema di tracciabilità sostenibile dalle imprese”.

Diversa la posizione della CGIL secondo la quale “la riuscita del Sistema avrebbe avuto bisogno di una fase di sperimentazione per la sua messa a punto e per accompagnare con adeguati supporti quelle imprese davvero in difficoltà. L’abrogazione assume così il carattere di una beffa, oltremodo dannosa, proprio per quegli operatori che hanno adottato comportamenti corretti, rigorosi e rispettosi delle norme e di quei soggetti che hanno lavorato alla realizzazione del sistema”.

Analoga la posizione dell’UGL secondo la quale il Sistri, è “ uno strumento fondamentale per assicurare un più accurato controllo sulla produzione, trasporto e smaltimento di sostanze pericolose per il cittadino e l’ambiente, sulle quali spesso si concentra l’attenzione di organizzazioni criminali”.

Fuori da Parlamento si è messo in moto il movimento dei detrattori del Sistri. Da segnalare in particolare l’iniziativa della CNA-Fita e del suo agguerrito presidente Cinzia Franchini, che sta mettendo a punto un’azione per chiedere il risarcimento delle somme pagate. “Per due anni – ha detto la presidente – le imprese di autotrasporto hanno finanziato una sperimentazione senza risultati apprezzabili e soprattutto senza poter contare su una piattaforma affidabile. Un fatto gravissimo che rappresenta un chiaro vulnus pagato a caro prezzo dalle nostre imprese”.

Diversa la posizione di Fai Conftrasporto, che per bocca del presidente Paolo Uggè sembra lasciare spazio alla riapertura del capitolo Sistri, seppure adattandolo su alcuni aspetti. “Quello che non accetto – ha precisato Uggè – è il fatto che non estendendo l’obbligo della tracciabilità dei rifiuti alle imprese straniere di trasporto, si consentirebbe alle ecomafie e alla criminalità organizzata di continuare tranquillamente a commettere i propri reati ed illeciti ambientali senza opporre alcun valido controllo sul ciclo della gestione dei rifiuti”. Insomma, va bene in generale applicare un sistema di tracciabilità, ma non quel sistema che il Sistri aveva delineato. Insomma, il Sistri – almeno così come lo avevano conosciuto – è morto, ma un suo parente, non si sa ancora quanto prossimo è già pronto per prendere il suo posto.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

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