Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneFinanza e mercatoLa minaccia della Brexit affonda Waberer’s (-6,4%)

La minaccia della Brexit affonda Waberer’s (-6,4%)

-

Dopo i segnali di crisi del 2018, con perdite di quasi 14 milioni di euro (ma altre fonti parlano di 21 milioni), e i primi tre mesi del 2019 da dimenticare, anche il secondo trimestre dell’anno porta cattive notizie in casa Waberer’s. La flessione del fatturato e degli utili della società di autotrasporto ungherese prosegue e conseguentemente va avanti anche il necessario, quanto doloroso, piano di ristrutturazione e di riduzione della flotta.

Il colosso magiaro – o forse dovremmo dire ex colosso – ad aprile, maggio e giugno ha infatti fatturato 172,7 milioni di euro, -6,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo semestre il fatturato tocca quota 654,9 milioni, con una flessione del 2,4%. Scendono anche le prestazioni economiche, con una perdita netta nel secondo trimestre di 9,1 milioni di euro e nel primo semestre di 13,6 milioni, e cala l’Ebit (-5,9 milioni e -8,6 milioni rispettivamente). Segno positivo invece per l’Ebidta (+12 milioni nel secondo trimestre e +27,2 milioni nei primi sei mesi).

Secondo Waberer’s, le principali cause della flessione dei ricavi sono da imputarsi alla riduzione dei volumi di trasporto causata dalla crisi economica e finanziaria e soprattutto dalla prevista Brexit. «L’intero settore è stato gravemente colpito dalla previsione della Brexit a fine marzo – ha spiegato l’AD di Waberer’s, Robert Ziegler – quando la domanda di servizi di trasporto in entrata nel Regno Unito è diminuita drasticamente, poiché i magazzini erano stati riempiti in precedenza in previsione dell’evento. Alla fine, la Brexit è stata rinviata a ottobre e, di conseguenza, molte aziende hanno esaurito le scorte prima di effettuare nuovi ordini. A seguito di questo crollo della domanda, molti dei nostri clienti hanno chiuso temporaneamente. Le capacità di trasporto transfrontaliero europeo sono state perciò reindirizzate verso l’Europa continentale e l’eccesso di offerta ha spinto i prezzi di aprile e maggio verso il basso del 5-10% su base annua».

Comunque «il programma di trasformazione (che prevede la riduzione della flotta – NdR) ha iniziato a dare risultati – spiega ancora Ziegler – con effetti positivi sulla redditività che dovrebbe aumentare gradualmente nel corso dell’anno, anche se tali effetti appaiono più lenti del previsto. I risparmi nelle spese generali, amministrative e di vendita sono già in aumento, la posizione finanziaria del Gruppo rimane stabile e l’indebitamento nominale netto è in parità». Si prevede quindi ottimisticamente un miglioramento nella seconda metà dell’anno.

Per quanto riguarda in specifico la riduzione dei mezzi, l’AD sottolinea che «nel secondo trimestre la flotta dei veicoli industriali è stata diminuita di 300 unità e altrettante saranno dismesse nel quarto trimestre. È in corso anche un processo di ristrutturazione delle attività internazionali per quanto riguarda la pianificazione e l’esecuzione dei trasporti». La compagnia ha attualmente 4.229 veicoli contro i 4.485 dell’anno scorso.

Ci sono stati tagli anche nel personale. Nel secondo trimestre i dipendenti erano 7.609, di cui 5.533 conducenti, quando nello stesso periodo dell’anno scorso erano rispettivamente 7.993 e 5.914.

Infine l’azienda si sta preparando all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, prevista per il 31 ottobre: «Abbiamo messo a punto la documentazione, i processi e le procedure necessarie per gestire il no-deal. La nostra base clienti è abbastanza preparata, ma permangono incertezze».

-

close-link