Stefano Zunarelli, uno dei giuristi più attivi e specializzati nell’ambito dei trasporti e della logistica, torna sulla norma che ha introdotto la nuova disciplina dei tempi di attesa per il carico e lo scarico delle merci. Lo fa con un lungo post su LinkedIn per ribadire in primis che, un’attenta lettura dell’articolato induce a ritenere che «la disposizione sia derogabile dalle parti nei contratti in forma scritta», inoltre esprime perplessità sull’intervento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che con una comunicazione firmata dal capo dipartimento, Stefano Fabrizio Riazzola aveva rassicurato le associazioni di categoria sull’inderogabilità del nuovo testo dell’art. 6 bis d. lgs. 286/2005 come modificato dall’articolo 4 del decreto-legge 73/2025.
«Al di là della probabile intenzione dei proponenti – scrive Zunarelli – la disposizione di attribuire alla stessa carattere imperativo, di fronte al testo che è stato approvato al termine dell’iter legislativo, molteplici argomentazioni di carattere letterale (ad esempio, è stato eliminato il riferimento alla limitata derogabilità contenuto nel testo previgente) e sistematico (varie altre disposizioni dello stesso testo legislativo sono espressamente dichiarate imperative) inducono a ritenere la disposizione derogabile dalle parti nei contratti in forma scritta».
«L’intervento “chiarificatore” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul punto lascia molto perplessi – continua il founding partner dello Studio Zunarelli – In primo luogo, al MIT non è attribuita alcuna competenza ai fini di fornire (non ai propri uffici, ma alle imprese private) una interpretazione qualificata di norme di legge che attengono a rapporti contrattuali tra privati (ma di ciò, analizzando il linguaggio del comunicato, sembra che lo stesso MIT si sia reso conto). Eventualmente, potrà essere il legislatore ad emanare una norma di interpretazione autentica di una disposizione di legge. In secondo luogo, il MIT, nel riportare la previsione normativa, aggiunge di propria iniziativa un avverbio (“tassativamente”) che non si ritrova nel testo della disposizione. In definitiva, il comunicato del MIT non appare destinato a contribuire a chiarire un problema applicativo (più che interpretativo) che è stato determinato da un intervento legislativo posto in essere con qualche approssimazione».


