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Blocco diesel Euro 5 dal 1° ottobre 2025: sono 340 mila i veicoli commerciali coinvolti

Lo stop alla circolazione per oltre un milione di mezzi immatricolati tra il 2011 e il 2014 in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto partirà dal prossimo ottobre 2025 nei principali centri urbani (sopra i 30 mila abitanti) del bacino padano. Ma solo per la Lombardia il divieto per furgoni e pesanti scatterà rispettivamente nel 2026 e 2027

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Salvo ripensamenti dell’ultima ora, dopo l’estate si prepara una rivoluzione per la mobilità urbana del Nord Italia. Dal 1° ottobre 2025, infatti, i veicoli con motorizzazione diesel Euro 5 non potranno più circolare, durante i giorni feriali e in orario diurno, nei comuni con oltre 30.000 abitanti delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Un provvedimento che vorrebbe affrontare il contenimento dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano, una delle aree più compromesse d’Europa per concentrazione di polveri sottili e biossido di azoto. Il blocco è previsto da un decreto governativo del 2023 e intende ridurre le emissioni nocive provenienti dal parco auto più obsoleto, in particolare nei mesi invernali (dal 1° ottobre al 31 marzo, esteso fino al 15 aprile in Piemonte).

L’impatto sui veicoli commerciali

Secondo le stime ufficiali, complessivamente saranno oltre 1 milione i veicoli diesel Euro 5 del territorio padano interessati dal blocco. Ma quanti saranno invece i commerciali coinvolti? Sulla base di un primo calcolo, la cifra dovrebbe avvicinarsi a 340 mila mezzi in tutto per veicoli immatricolati tra il 2011 e il 2014. Più specificamente:

  • in Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia saranno circa 70 mila per ciascuna regione i furgoni interessati, su un parco totale per il Piemonte di 250.000 veicoli, per l’Emilia-Romagna di 230 mila mezzi e per il Veneto di 210 mila unità. 
  • L’impatto più significativo si registrerà in Lombardia, con 130 mila commerciali su oltre 400 mila complessivi. Ma attenzione: la data di stop del prossimo 1° ottobre varrà soltanto per le auto, mentre per commerciali e pesanti il divieto entrerà in vigore rispettivamente dal 2026 (categorie N1 e N2) e dal 2027 (altre categorie).

Le città maggiormente coinvolte

  • In Piemonte le città più “colpite” saranno Torino, Alessandria, Novara, Asti, Cuneo e Biella. La Regione, inizialmente orientata a un’applicazione graduale, ha formalizzato l’entrata in vigore dal 2025, dopo aver posticipato due volte l’attuazione del piano. Ad oggi però lo stop va dal 1°ottobre 2025 fino al 15 aprile 2026 e, successivamente, dal 15 settembre di ogni anno al 15 aprile dall’anno successivo. Questa limitazione stagionale è uguale anche in Emilia-Romagna e Veneto.
  • In Lombardia il divieto sarà più severo, in quanto misura di carattere permanente, attiva nei giorni feriali dalle 7:30 alle 19:30. Inoltre nell’Area B, già dal 1° ottobre 2025, non potranno circolare nemmeno i diesel Euro 6 acquistati dopo il 2018. La misura coinvolge anche numerosi comuni di fascia 1 e 2, come Varese, Lecco, Monza, Pavia, Lodi, Vigevano e Abbiategrasso
  • In Emilia-Romagna le limitazioni, dalle 8:30 alle 18:30, saranno applicate nei centri urbani di pianura superiori a 30.000 abitanti, tra cui Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Ferrara e Forlì.
  • Infine in Veneto le principali aree urbane interessate includono Venezia, Padova, Treviso, Vicenza e Verona. In questa regione, nel periodo sopra indicato, il blocco alla circolazione sarà totale, sette giorni su sette, 24 ore su 24.

Sanzioni e deroghe

Le sanzioni per i trasgressori vedono multe da 168 a 679 euro, con la possibile sospensione della patente (15-30 giorni) in caso di recidiva.

Tra le deroghe previste figurano i lavoratori con turni negli orari vietati e i proprietari di veicoli con Isee familiare sotto 14.000 euro, oltre a mezzi speciali come ambulanze e veicoli per disabili.

Per cercare di mitigare l’impatto su famiglie e lavoratori, le Regioni hanno introdotto il dispositivo «Move-In», un sistema Gps che consente di percorrere un numero limitato di chilometri all’anno senza incorrere nel blocco. Superata la soglia, però, la circolazione sarà vietata fino alla scadenza del provvedimento.

Le reazioni

La notizia ha provocato pesanti commenti nel mondo politico e sindacale, quasi tutti di senso negativo.

Il ministro del MIT, Matteo Salvini, ha definito il blocco «una follia europea», accusando il Green Deal di danneggiare l’economia italiana. La Lega ha annunciato un emendamento al Decreto Infrastrutture per sospendere lo stop previsto a ottobre, chiedendo una revisione del calendario con Bruxelles.

Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, ha parlato di «colpo durissimo per l’intero settore del trasporto merci su gomma», evidenziando la possibilità che il provvedimento mandi in fumo quasi 600 milioni di euro di investimenti degli autotrasportatori in oltre 8.000 comuni.

Anche la CGIA di Mestre sottolinea che il blocco colpirebbe in particolare le piccole imprese artigiane, impossibilitate a rinnovare il parco veicoli in tempi così ristretti.

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