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ETS, la tempesta perfetta: le autostrade del mare arretrano a favore del «tutto strada»

L’allarme lanciato nell’ambito della 10° edizione del Forum di Conftrasporto-Confcommercio con uno studio dell’Osservatorio Freight Insights (MOST) che stima un gettito tra i 6 e gli 8 miliardi di euro su scala europea per la tassa sulle emissioni inquinanti che dal 2027 verrà estesa anche all’autotrasporto. Per il momento, sta incidendo sulla competitività dei porti mediterranei, ma tra due anni produrrà un aumento del 20% dei costi delle aziende per il carburante. «Chiediamo una revisione», ha detto Pasquale Russo al ministro Salvini che ha promesso: «Farò di tutto». Nella legge di bilancio (forse) anche i 500 milioni per il rinnovo del parco mezzi

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Per la prima volta in Italia frena il traffico merci ro-ro. Le autostrade del mare arretrano sotto il peso dell’ETS, la tassa imposta dall’Europa sulle emissioni inquinanti prodotte dai trasporti marittimi, la stessa che dal 2027 sarà estesa anche ai trasporti stradali. Il dato è emerso nell’ambito della 10° edizione del Forum Conftrasporto-Confcommercio, elaborato dall’Osservatorio Freight Insights, istituito dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST) e dalla Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture (CSELI).

L’impatto del sistema ETS ed ETS2 (quella che sarà applicata alla strada) creerà un gettito tra i 6 e gli 8 miliardi di euro su scala europea, con la conseguente perdita di competitività dei porti del Mediterraneo sottoposti alla tassa a tutto vantaggio per i soli porti extraeuropei come quelli nordafricani.

La promessa di Salvini

«Farò di tutto per frenare questo follia suicida per le aziende italiane» ha promesso il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini intervenuto al Forum nella sede romana di Confcommercio riferendosi alla trattativa in sede europea sull’applicazione del Green Deal.

Salvini ha anche ricordato che i 500 milioni per il rinnovo del parco mezzi, già diverse volte, dovrebbero trovare posto nella legge di bilancio in discussione in questi giorni: «Spero di portare a casa questo risultato» ha detto Salvini che aiuterebbe le aziende a calmierare la tassa in arrivo nel 2027 che sarà modulata in base alle emissioni prodotte dai carburanti e sarà applicata direttamente sui prezzi alla pompa. Una legge di bilancio fondamentalmente in linea con le aspettative di Confcommercio come ha sottolineato anche il presidente Carlo Sangallo aprendo il Forum.

ETS 2, più costi per l’autotrasporto

«Un incremento che va dal 20 al 30% dei costi per le aziende di autotrasporto», ha ricordato Pasquale Russo, numero uno di Conftrasporto che ha chiesto al governo in primis di esentare dall’ETS le isole italiane, Sardegna e Sicilia come è stato fatto per le isole greche e poi di «restituire gli introiti della tassa alle aziende, rivedendone anche l’applicazione considerando anche la produzione dei carburanti bio come l’Hvo». Lo studio presentato durante il forum stima un gettito per l’ETS 2 su scala nazionale tra i 2 e i 3 miliardi di euro su base annua. Le stime parlano di un valore sul prezzo del gasolio di circa 30 centesimi per litro, con un aumento di prezzo di circa il 20%.

«Ci avviamo – ha ribadito Russo – verso una nuova impennata dei prezzi, paragonabili a quelli dello shock energetico del 2022 post-guerra in Ucraina, con la differenza che in quel caso fu una conseguenza di un evento esterno, che portò il Governo a contenere il prezzo del carburante, e questa volta è conseguenza di una precisa scelta. Il costo dell’ETS2, inoltre, si aggiunge a quello dell’accisa, già la più alta di Europa. Per le imprese di autotrasporto si prospetta la tempesta perfetta, con la quota di ETS2 che annulla definitivamente il rimborso parziale dell’accisa». Il nodo, infatti, per il trasporto stradale è legato anche alla disponibilità dei carburanti alternativi che permettono di abbassare l’impronta ambientale e quindi la tassa ETS 2.

Inversione di rotta a favore del tutto strada

Nel frattempo, l’applicazione della prima parte dell’ETS sui trasporti aerei e marittimi sta creando una vera e propria inversione di rotta nello shift modale con una riduzione (per la prima volta) dei traffici sulle autostrade del mare a favore della modalità stradale.

Per la prima volta il traffico ro-ro nei porti italiani ha subito una contrazione dell’1,7% nel secondo quadrimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo si deve all’aumento dei costi sulle unità trasportate via mare che rende questa modalità su alcune tratte economicamente meno conveniente rispetto alla strada. Per esempio, secondo lo studio di Most, attualmente sulla tratta marittima Ravenna-Catania ci sarebbe un extra-costo di 43 euro per unità di carico rispetto al tutto strada. Dal 2027, quando ETS ed ETS2 saranno in vigore a pieno regime, il prezzo medio comporterà un onere aggiuntivo per il trasporto via mare di circa 61€ a unità di carico (143€ per trasporto marittimo e 82€ per trasporto stradale).

Sul fronte internazionale, nel transhipment, invece l’imposizione dell’ETS che vale solo per i porti europei, rende gli scali extraUe molto più convenienti per gli armatori con risparmi che arrivano a mezzo milione di euro per una nave da 10mila container. Secondo lo studio presentato durante il forum il risparmio del transhipment in uno scalo extraUe si aggira a 50 euro per container da 40 piedi. Per le linee dal Far East si calcolano extracosti di circa 75 euro per container da 40 piedi, sia per il Mediterraneo che per Northern Range (ma essendo scalati da navi maggiori possono contare su economie di scala che riducono la quota per container). Mentre per i porti serviti via feeder, lo studio calcola ulteriori extracosti di 30 euro per container da 40 piedi.

Le richieste di Conftrasporto

«Oggi abbiamo dimostrato – ha ribadito Russo – che le politiche di decarbonizzazione così strutturate non funzionano, si tramutano in una tassa sulle imprese, non garantiscano maggiore sostenibilità ambientale e non porteranno uno spostamento modale, con un ritorno al tutto strada che francamente ci lascia un po’ disorientati».

Per invertire questa tendenza Conftrasporto-Confcommercio ha presentato al Governo una serie di proposte, tra cui garantire in maniera certa che i proventi ETS generati dal trasporto marittimo vengano interamente investiti per politiche di settore:

  • intervenire per evitare che ci siano porti del Mediterraneo che seguono regole diverse. Le politiche previste attualmente, come riconosciuto dalla Commissione europea, aprono a fenomeni di concorrenza sleale.
  • eEscludere tutti i collegamenti con le isole, non solo le minori, dal campo di applicazione dell’ETS, correttivo fondamentale in relazione all’importanza che le tratte con le isole maggiori rivestono per la nostra economia.
  • prevedere anche per l’ETS2 la redistribuzione totale del gettito generato dagli operatori del trasporto stradale, a vantaggio di misure di rinnovo del parco veicolare e di contenimento dei prezzi del gasolio per non perdere competitività.
  • supportare l’acquisto di veicoli secondo di ultima generazione, seguendo il principio della neutralità tecnologica e verso carburanti oggi disponibili, come il GNL.
  • realizzare una rete infrastrutturale di distribuzione energetica alternativa per poter consentire agli operatori efficienza nell’utilizzo di carburanti oggi non sufficientemente distribuiti e supportare gli operatori nel processo di transizione digitale, attraverso una cornice normativa che coinvolga tutti gli attori interessati.

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