Stabilire standard globali per gli autisti professionisti, perché qualifiche non uniformi stanno compromettendo la sicurezza e l’efficienza stradale in tutto il mondo. È l’allarme che l’IRU ha lanciato intervenendo al Forum globale delle Nazioni Unite sulla sicurezza stradale, per bocca di Clara Sánchez López, consulente per le politiche di advocacy globale, che ha sottolineato la necessità di professionalizzare gli autisti commerciali.
Fissare standard globali
I veicoli pesanti sono coinvolti in una percentuale relativamente ridotta di incidenti stradali, la maggior parte dei quali (85%) è causata da errori umani. Di questi, tre quarti sono causati da altri utenti della strada. Dunque – dice l’IRU – la certificazione, l’educazione e la sensibilizzazione dei conducenti, sia quelli di veicoli pesanti che gli altri autisti, sono fondamentali per affrontare il fattore umano.
Inoltre la standardizzazione delle patenti di guida deve essere accompagnata dall’armonizzazione delle qualifiche professionali per migliorare la sicurezza stradale.
La professionalizzazione è insomma al centro della soluzione per i conducenti. Ma mentre le norme dell’UE impongono un accesso standardizzato alla professione, comprese le qualifiche obbligatorie, le risoluzioni delle Nazioni Unite sono poco specifiche e volontarie. Il riconoscimento legale delle qualifiche professionali può così migliorare significativamente la situazione. «Un settore formalizzato e professionale dovrebbe basarsi su standard internazionali – ha spiegato la Sanchez – Ma gli standard non bastano: devono essere applicati e monitorati in modo efficace».
Un approccio su quattro pilastri
Per stabilire, implementare e monitorare gli standard dei conducenti a livello globale l’IRU ha proposto un approccio basato su quattro pilastri: formalizzare, professionalizzare, convalidare e gestire. Un elemento chiave è l’IRU Examiner, che aiuta le autorità e gli enti di esame a creare sistemi di certificazione equi e trasparenti, adattati al contesto nazionale. Il modello incorpora anche un approccio di partenariato pubblico-privato, garantendo che tutti gli elementi – dall’erogazione della formazione alla certificazione – siano allineati, scalabili e gestiti a livello locale. Questo approccio consente ai Paesi di sviluppare rapidamente le proprie capacità, anche in assenza di un quadro giuridico completo, e di procedere progressivamente verso il riconoscimento formale.
Per illustrare questo punto, Clara Sánchez López ha fatto riferimento a un recente studio su autobus e camion condotto dall’IRU per la Commissione europea: «Molti Paesi extra-UE dispongono di standard di formazione e qualificazione paragonabili al Certificato di Competenza Professionale dell’UE – ha precisato la consulente – Gli elementi fondamentali esistono già, con una formazione teorica e pratica strutturata, esami obbligatori e una chiara enfasi sulla sicurezza. Questi standard necessitano però di riconoscimento e armonizzazione a livello globale. Ciò faciliterà anche la mobilità degli autisti, alla luce della carenza di conducenti in molte parti del mondo».
L’Iru ha chiesto che il tema delle qualifiche professionali diventi un punto fisso nell’agenda del Global Forum on Road Traffic Safety delle Nazioni Unite e il presidente del Forum ha già sottolineato l’urgenza di avviare un percorso concreto in questa direzione.