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La Svizzera come la UE: no al riposo settimanale in cabina per gli autisti

Anche il Paese dalla croce bianca si adegua alla normativa europea e vieta il riposo settimanale in cabina degli autisti. L'obiettivo è sempre di combattere il dumping sociale del settore e di incentivare il ricorso al trasporto merci su ferrovia

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La Svizzera ha deciso di vietare i riposi settimanali in cabina degli autisti di camion. La decisione si uniforma alle previsioni dell’Unione europea in materia di riposo settimanale (quello lungo di 45 ore) e ha lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli autisti, promuovere la concorrenza leale. Ulteriore scopo della decisione della Svizzera, che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2022, è ravvisabile nella volontà di implementare il ricorso alla ferrovia per il trasporto merci.

Infatti, a detta del consigliere nazionale (equivalente di un deputato) svizzero Bruno Storni, autore della mozione per l’eliminazione del riposo settimanale in cabina, «il trasporto merci su gomma è vantaggioso rispetto a quello ferroviario anche grazie a condizioni di lavoro che, seppur regolate per legge, sono pesanti tanto da poter obbligare conducenti a trascorrere settimane nel veicolo, fine settimana compresi. In particolare, autisti di Paesi dell’Est assunti a stipendi estremamente bassi, si parla di 600 euro al mese».

«Diversi Paesi europei (come la Danimarca), proprio per limitare il dumping sociale ma anche la concorrenza al limite dello sleale da parte di trasportatori esteri che fanno capo a maestranze sottoposte a queste condizioni di lavoro, hanno varato normative che vietano il riposo settimanale degli autisti nel veicolo. La concorrenza del trasporto internazionale di merci su strada prodotto a condizioni salariali e sociali inaccettabili, oltre ai trasportatori svizzeri crea problemi anche alla politica di trasferimento del trasporto di merci sulla ferrovia attraverso le Alpi, sottoposto invece a regole molto più severe. Per questo, afferma Storni, vietare il riposo settimanale nel veicolo oltre a migliorare le condizioni di lavoro agli autisti contribuirebbe ad avvicinare il trasporto di merci su strada alla verità dei costi». Infatti, prosegue il consigliere, «questi autisti di norma guadagnano poche centinaia di euro al mese. Non potrebbero permettersi un albergo, piuttosto rinuncerebbero al lavoro. Spetterà alle associazioni di categoria e ai sindacati sorvegliare e denunciare eventuali situazioni irregolari. E poi l’obiettivo è che questi autisti restino a casa loro più spesso durante il weekend».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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