Anche il porto di Venezia introdurrà la congestion fee, diventando il primo scalo dell’Adriatico ad adottare questo strumento. A partire dal 3 giugno 2025, infatti, gli autotrasportatori applicheranno un sovrapprezzo sui viaggi container in entrata e uscita dallo scalo lagunare, una misura che – secondo le associazioni di categoria Fai, Cna e Confartigianato Trasporti Veneto – è resa necessaria dall’aumento dei costi legati alle frequenti inefficienze operative all’interno del terminal.
Il dettaglio dell’importo non è ancora stato reso noto, ma il principio è lo stesso già adottato in porti come Genova, La Spezia e Vado Ligure: compensare i maggiori oneri sostenuti dalle imprese a causa di lunghe attese per le operazioni di carico e scarico, rallentamenti nei varchi portuali e congestioni non imputabili agli operatori del trasporto.
Secondo quanto riferito dalle associazioni, la decisione nasce da un contesto diventato ormai «insostenibile» per molte aziende, che vedono lievitare i costi senza adeguata compensazione da parte della committenza. Con questa iniziativa, i vettori chiedono a spedizionieri e committenti una «compartecipazione responsabile» agli extra costi generati dalle inefficienze del sistema portuale.
Il caso di Venezia si inserisce in un panorama più ampio che vede anche altri porti, come Ravenna, alle prese con tensioni crescenti. Proprio qui, nei giorni scorsi, è stato minacciato un blocco dell’accesso ai terminal a causa di tempi di attesa che, in alcuni casi, arrivano a superare le due ore. Le imprese chiedono maggiori risorse di personale e una gestione più efficace dei flussi per evitare di compromettere la competitività dei traffici marittimi.