I riflettori sui camionisti si accendono solo quando sono protagonisti di tragedie o di gesti eroici, per poi spegnersi (troppo presto) sulla difficoltà di ogni giorno. Serve maggiore attenzione alla categoria: una vertenza che accenda i riflettori sulle difficoltà quotidiane, sulla sicurezza stradale e che riconosca questo mestiere tra i lavori usuranti. La polemica, sollevata da Michele De Rose dalla Filt Cgil, sostenuta dalle altre sigle dei sindacati confederali (Fit Cisl e Uiltrasporti) e, già avviata da Carlotta Caponi, Segretario generale Fai, arriva dopo gli ultimi eventi di cronaca che stanno caratterizzando questa estate sulle strade e autostrade.
Da un lato, il drammatico incidente avvenuto sull’A1 nel tratto aretino, dove un mezzo pesante ha tamponato un’ambulanza provocando la morte di tre persone. Dall’altro, l’episodio che ha visto protagonista Andrea Petturiti, autista umbro, che con grande prontezza e senso del dovere ha evitato un potenziale disastro bloccando un’auto contromano sulla superstrada E45, mettendosi letteralmente di traverso con il suo camion. E ancora ieri, il grave incidente avvenuto sull’autostrada A1 Milano-Napoli, chiusa per diverse ore tra Orte e il bivio con la Diramazione Roma Nord in entrambe le direzioni – un tratto di circa 40 chilometri – a causa di un’autocisterna di gpl in fiamme che ha provocato lunghissime code di automobilisti.
“L’attenzione sugli autisti di mezzi pesanti emerge solo quando sono protagonisti di episodi estremamente negativi o altamente positivi” denuncia De Rose, mentre Caponi sottolinea che “generalizzare non è mai la risposta perché dietro ogni volante c’è una persona, e ogni storia va letta con senso di responsabilità. Davanti a tragedie come quella dell’A1 è doveroso attendere gli esiti delle indagini prima di emettere giudizi. Allo stesso tempo, gesti come quello dell’autista Petturiti dimostrano quanto senso civico e professionalità possano fare la differenza”.
Una vertenza immediata
E se la FAI rinnova l’appello alle istituzioni affinché le norme sulla sicurezza nel trasporto vengano finalmente applicate con rigore, i sindacati propongono di aprire insieme alle “associazioni che rappresentano le imprese del settore, una vertenza su questi temi che coinvolga chi governa questo Paese. Senza un intervento immediato, i riflettori su questo settore, dove oggi mancano oltre 20 mila addetti, si accenderanno solo davanti a tragedie o atti di eroismo e tutto questo non giova a nessuno”.
Clamore mediatico inutile
“Questo clamore mediatico – spiega De Rose – mette in secondo piano il lavoro quotidiano dei conducenti di mezzi pesanti che è quello di macinare chilometri e chilometri di strade e autostrade, di fare code infinite, causate da una rete viaria inadeguata, di attese bibliche per caricare e scaricare i prodotti trasportati, di soste in aree non attrezzate per consumare un frugale pasto o riposare dopo le fatiche quotidiane. È questo impegno che consente al nostro Paese, che ancora oggi vede muoversi l’87% delle merci su gomma, di non fermarsi”.
Autista lavoro usurante
“Come sindacato – prosegue De Rose – ogni giorno proviamo a dare delle risposte a questa categoria, anche in considerazione della carenza di operatori che affligge il settore. Nell’ultimo rinnovo contrattuale forse non tutti hanno compreso che ha riconquistato la sua centralità la figura dell’autista di mezzi pesanti, con una serie di interventi economici e normativi. D’altro canto, ora riteniamo doveroso un intervento sul lato previdenziale, riconoscendo a questi lavoratori l’inserimento della loro professione tra quelle usuranti per permetterne un’uscita anticipata dal mondo del lavoro e continuiamo fortemente a credere che sia fondamentale un indirizzo scolastico dedicato a questa professione”.