Nessuno guarda alla professionalità, ma solo al prezzo. I grandi decidono, i piccoli devono stare alle loro regole. Anche 100 giorni per vedere una fattura pagata e viaggi a tariffe che non coprono i costi. Incidenti in agguato sulle strade, poca professionalità e attese lunghissime. Ecco le ragioni per cui M.N. ha deciso di chiudere l’azienda di autotrasporto aperta con suo padre (autista da sempre) nel 2014. “E’ stato bello, ma oggi per come è messo il settore, non ne vale più la pena” scrive nella sua lettera inviata a Uomini e Trasporti che pubblichiamo di seguito e che riporta al dibattito aperto nei giorni scorsi, attraverso la nostra testata, da Massimo Marciani in un articolo intitolato “O cambiamo la logistica. O muore quella onesta” a cui hanno risposto Natalino Mori (qui l’articolo), Alessandro Peron (qui l’articolo), Claudio Donati (qui l’articolo), Pietro Spirito (qui l’articolo).
Ecco la lettera
Buongiorno,
da pochissimo ho deciso di abbandonare questo settore, perché ormai non si capisce più nulla!
Nel 2014 abbiamo deciso di aprire la nostra azienda di trasporti, in quanto nostro padre da una vita faceva l’autista, e continua a farlo ancora oggi a 65 anni. Con tanta passione, grinta e non pochi sacrifici abbiamo iniziato a conoscere questo mondo dall’interno: io in particolare mi occupo della pianificazione dei viaggi, dell’acquisizione dei clienti, allo stesso tempo dal 2017 sono alla guida di uno dei nostri camion in giro per l’Italia.
Non conoscevo nessuno, quindi ho iniziato con agenzie, trasportatori, e così sono passati i primi anni. Diciamo che il settore non era proprio come me lo aspettavo: tanta concorrenza, i prezzi non erano un granché, ma ho pensato: “bisogna puntare alle aziende, saltando gli intermediari”.
E piano piano ho iniziato ad avvicinarmi ad alcune aziende, sia grandi che piccole. Ma noi siamo piccoli: alle grandi aziende o offri tanto o non sei nessuno, ma ho continuato a cercare. Tra mille problemi sono arrivato nel 2025 stremato dai pensieri, dubbi e perplessità. Ho pensato: è il caso di continuare?
Vi dico quali sono stati i motivi che hanno portato alla decisione di lasciare:
– Nessuno cerca più la professionalità; basta proporre il minor prezzo e sei in gioco;
– Non puoi lavorare sulla qualità, ma devi avere la quantità per poter portare avanti qualcosa, le tariffe iniziano da 0,80€/km per le salite da sud a nord e fino a 1.6 €/km (quando va bene) da nord a sud. Alla fine, se sei stato fortunato hai viaggiato ad 1.20€/km: fa già ridere così, senza mettersi ad elencare tutti i costi di un piccolo trasportatore con l’intenzione di stare in regola.
– Devi stare alle regole e soprattutto alle cifre dei grandi. Loro comandano: o ci stai o “tanto c’è chi lo fa”;
– Devi elemosinare ciò che ti spetta di diritto, il lavoro fatto oggi, se sei fortunato te lo pagano tra 60 giorni, altrimenti 90, 100 e devi stargli dietro telefonicamente. Non a tutti per carità, perché hanno avuto ritardi e tu che non c’entri nulla aspetti;
– Movimentare merce su pedane epal è come trasportare merce su oro. C’è più business sulle pedane che sulla merce trasportata;
– È diventato pericoloso guidare sulla strada, troppi “autisti” distratti e poco professionali, ogni giorno sembra un bollettino di guerra;
– Per un cambio gomme o un’entrata in officina, devi scegliere se rimanere senza un rene o un polmone o altro;
– Le attese sono la quotidianità, programmare un viaggio non facendo i conti con le attese è impossibile, ti salta tutto, dalle 3 alle 5 ore sono la normalità, ma anche 12 o più in alcuni casi, mai pagati ovviamente;
– Se sei solo autista non sei nessuno, carichi, scarichi, sposti e sistemi;
– Le aree di sosta ormai sono un miraggio, dalle 17 in poi trovare un posto per la pausa ha le stesse probabilità di un 6 al superenalotto;
Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ma basta così. Dopo tutto questo ho pensato: “Vale ancora la pena sprecare energie, togliere tempo alla famiglia, rischiare la vita per strada per avere indietro cosa? Quando non hai danni, solamente uno stipendio normale.
Allora non vale più la pena! Cambio vita e lavoro almeno mi godo il tempo con la famiglia ed ho meno pensieri!”
“È stato bello, ma per come è messo oggi il settore, è meglio lasciar perdere”.
Il problema è che sarà sempre peggio: c’è tanto da cambiare, da migliorare e da evitare, bisogna ritornare alla meritocrazia, tanta gente non ha le capacità e le carte in regola per stare sulla strada e hanno portato questo settore alla rovina.
Buona strada a tutti ed occhi aperti sempre.
Lettera firmata