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Sostenibilità ambientale, big data e intelligenza artificiale: ecco il futuro della logistica

La scelta dei mezzi di trasporto, carburanti e network logistico genererà una riduzione delle emissioni di C02 fino al -70%, mentre attraverso tecnologie smart si potranno tagliare le scorte (-75%), alleggerire i costi di deposito (-30%) e ridurre il rischio di danneggiamento dei prodotti (-30%)

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La logistica, anche a causa della pandemia, sta sempre più cambiando faccia. Il settore, che in Italia vale circa 110 miliardi di euro e rappresenta il 7% del PIL nazionale, ha subito con il primo lockdown del 2020 un crollo di fatturato di oltre il 17%, dovuto principalmente alla riduzione del 10% dei flussi di commercio estero. Un risultato negativo compensato però dal boom dell’e-commerce, che ha visto un aumento delle spedizioni del +103%, generando un fatturato per le imprese dei servizi postali e attività di corriere del +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Questo ha spinto gli operatori a investire in nuove tecnologie per assecondare e favorire il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese italiane. Una importante occasione è rappresentata dal piano “Transizione 4.0”, che mette a disposizione 24 miliardi di euro per stimolare gli investimenti in cloud computing, big data, robotica avanzata e altro.

Ma dove investire? Un’analisi di Packlink, piattaforma di soluzioni logistiche che supporta più di 36mila PMI in tutta Europa, evidenzia tre macro-tendenze che stanno rivoluzionando il settore e su cui bisognerà puntare.

LOGISTICA “GREEN”

Viste le scelte “tranchant” della UE sulle emissioni del settore trasporto e considerando che il 79% degli italiani effettua scelte di acquisto guardando al potenziale impatto ambientale di un prodotto o di un servizio. Per ridurre l’impronta di carbonio si ricorrerà sempre di più all’uso di carburanti alternativi (metano, GPL, energia elettrica), anche con mezzi pesanti che risultano comunque meno inquinanti degli aerei (nel corto raggio questi possono impattare sino a 15 volte tanto – fonte GS1 Italy). Nell’organizzazione dei trasporti, la saturazione mezzi porterà a minori emissioni (in media, -51,62 ton CO2/annue). Infine, la creazione di hub nazionali permetterà di aumentare i livelli di servizio, ridurre i chilometri percorsi e il numero di mezzi utilizzati, generando una diminuzione di circa 450 ton di CO2.

BIG DATA

Il Politecnico di Milano ha indagato su un campione di 500 PMI, nel 2020, constatando che 1 su 2 ha deciso di investire nel settore dei ‘data analytics’, mentre su un campione di 137 grandi aziende il 96% ha messo in atto iniziative per valorizzare le attività di analisi dei dati. Tramite la raccolta e l’analisi di dati informativi, infatti, è possibile gestire più facilmente le operazioni e avere proiezioni future delle esigenze e preferenze del cliente, oltre alle tendenze di mercato. L’uso dei big data nel settore logistico riduce ad esempio il rischio di carenza o eccedenza di merci in magazzino (tagliando le scorte dal 20 al 30% in media), con una migliore ripartizione delle risorse e un’ottimizzazione dei processi di customer service. Per esempio, nell’ultimo anno, i big data sono stati ampiamente utilizzati dall’industria farmaceutica per l’organizzazione della catena del freddo necessaria a una corretta organizzazione logistica dei vaccini per il covid-19. I sistemi di big data possono aiutare a prevenire potenziali interruzioni della catena del freddo, analizzando variabili non controllabili, come cambiamenti meteorologici o problemi di viabilità, con una riduzione del rischio di danneggiamento del prodotto (-30%).

INTELLIGENZA ARTIFICIALE (AI)

Secondo un’analisi realizzata da Google Cloud nel giugno 2021, l’Italia è il Paese in cui il settore manifatturiero fa più uso di tecnologie innovative come l’AI (80%, rispetto alla media globale del 64%.). L’AI trova applicazione nel controllo qualità e nell’efficienza della supply chain, dove è adoperata per ottimizzare la gestione della catena di approvvigionamento (36%), del rischio (36%) e dell’inventario (34%). Corrieri e aziende logistiche riescono così a ridurre le scorte fino al 75%, tagliare i costi amministrativi dell’80% e alleggerire i costi di deposito dal 15 al 30%.

Mckinsey stima che le aziende logistiche sono in grado di generare un ROI pari a $1,3-2 trilioni all’anno tramite l’adozione dell’intelligenza artificiale. Il 78% dei manager ha dichiarato di voler potenziare gli investimenti in AI, necessari per rendere la supply chain resiliente durante scenari di instabilità estrema. L’AI permette infatti di riconoscere (i rischi, i guasti e i trend), analizzare (scenari what-if, la reale domanda dei clienti, simulare stress test), riconfigurare automaticamente (ridisegnare i network a fronte di minacce) e snellire le operazioni (stabilire regole operative, gestire la volatilità della domanda e mitigare lo shock della catena di fornitura).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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