Per il settore dell’autotrasporto, che tuttora rappresenta un pilastro strategico per l’economia del Paese, con il 9% del Pil e il 38% di import/export, i nodi stanno venendo al pettine, e non solo per i rapporti non sempre pacifici con le Istituzioni, ma anche per il ripresentarsi di conflitti all’interno delle diverse organizzazioni di rappresentanza, che testimoniano delle perduranti differenze di vedute su ciò che occorre per garantire regolarità e trasparenza del mercato, oltre che competitività delle imprese.
Basti vedere le reazioni alle ultime misure in materia di autotrasporto, con particolare riferimento ai tempi di pagamento delle fatture di trasporto e all’indennizzo per le soste eccessive al carico e allo scarico delle merci, introdotte dal decreto legge Infrastrutture e fortemente richieste in sede di confronto con il Governo: assolutamente d’accordo la maggioranza delle associazioni di categoria, totalmente in disaccordo le associazioni più vicine a alle piccole imprese, che vorrebbero una sorta di automatismo per attivare le sanzioni previste in caso di violazione delle regole da parte di committenti e caricatori.
Eppure molti indizi ci dicono che è ora di voltare pagina, senza dimenticare il passato e senza abbandonare quello che per anni è stato l’emblema di un settore vale a dire il mondo dei padroncini, ma proiettando le imprese verso le nuove frontiere della logistica:
- in tema di digitalizzazione, l’obiettivo di favorirne il ricorso per l’efficienza dell’intera catena logistica non può prescindere dal pieno utilizzo delle apposite risorse stanziate dal PNRR a sostegno delle aziende del comparto. I ritardi fin qui maturati dall’Amministrazione non hanno ancora consentito di colmare il divario con i principali paesi dell’Unione Europea, ed è alto il rischio di mancato rispetto del termine del giugno 2026. Su questa problematica si è già espressa TTS Italia, ma sarebbe estremamente utile anche un impulso ad operare da parte delle imprese di autotrasporto;
- sull’Intelligenza Artificiale, una recente indagine condotta della Liuc Università Cattaneo sulla sua applicazione nell’ambito della logistica ci dice che solo poco più di un terzo delle aziende, per lo più di grandi dimensioni, raggiunge la sufficienza in termini di «maturità digitale». Perché anche le piccole e medie imprese si avvalgano dei vantaggi offerti dalle diverse soluzioni di intelligenza artificiale per supportare le decisioni e ottimizzare i processi, sarebbero necessarie iniziative sul piano «culturale», mirate al superamento delle barriere che ne impediscono la diffusione;
- per un effettivo sviluppo della collaborazione intermodale, vanno superate le difficoltà connesse ai lavori sulla rete ferroviaria, che negli ultimi due anni hanno portato al calo dei treni operati negli interporti: merita attenzione la recente proposta dell’Unione Interporti Riuniti per l’introduzione di una sorta di «terminal bonus», dedicato alle manovre ferroviarie e alla terminalizzazione. E vanno salutate con favore iniziative, come la recente intesa tra la stessa UIR e il Freight Leaders Council, per contribuire, tra l’altro, all’elaborazione di politiche pubbliche più efficaci per il rafforzamento dell’intermodalità;
- con riferimento alle problematiche connesse alla subvezione, sappiamo che spesso non viene rispettata la norma che ne limita la possibilità a un solo passaggio, creando di fatto una distorsione del mercato per l’eccessivo ribasso del prezzo dei servizi (che può portare a lavorare sotto costo): va dato atto, al riguardo, della posizione espressa non solo da esperti ed accademici, ma anche da associazioni di categoria, con la richiesta di sanzionare adeguatamente chi opera in violazione delle norme. E merita attenzione anche l’iniziativa di Confetra nei confronti dei propri associati, di dar vita ad un patto per la legalità, che comprende il divieto di subappalto;
- per gli aspetti legati alla scelta dei fornitori di servizi logistici, va sviluppato il sistema di valutazione TCR (Transport Compliance Rating) da parte della committenza, al quale aderiscono grandi imprese della produzione ed associazioni di categoria dei trasporti, che consente di selezionare le aziende in possesso dei requisiti necessari in materia di organizzazione, di sicurezza stradale e sociale, oltre che di rispetto ambientale e di sviluppo sostenibile.
Su tutte queste tematiche, sarebbe di grande importanza un forte azione di stimolo da parte delle organizzazioni associative dell’autotrasporto e della logistica, anche per arrivare ad una visione politica condivisa da tutti gli attori della supply chain.