Il crollo del ponte Morandi è un’emergenza di carattere nazionale, non soltanto genovese o ligure. Le ripercussioni che si stanno riversando sul porto di Genova – primo porto italiano per container e passeggeri – non coinvolgono solo le società di logistica e di trasporti che operano nell’area ma anche tutto il traffico verso le aree produttive del nord (Lombardia), verso la vicina Francia (verso ovest) ma anche in direzione est europeo. È urgente quindi ripristinare quanto prima i collegamenti per consentire la «difficile convivenza fra traffico camionistico e traffico automobilistico da e per il porto di Genova garantendo un collegamento per le merci da e per l’hinterland produttivo» come sostiene Alessandro Laghezza, presidente dell’omonimo gruppo attivo nei settori dogana, logistica e trasporti, e presidente dell’Associazione spedizionieri della Spezia, per cui «è indispensabile comprendere che dall’efficienza di questi collegamenti dipenderà la competitività di una parte importante del sistema paese».
Da sempre impegnato con il suo Gruppo sullo scacchiere logistico nazionale, Laghezza si pone idealmente a fianco del presidente della regione Liguria Toti affermando che «Purtroppo esistono momenti in cui devono venir fuori caratteristiche umane che si chiamano coraggio, capacità di assumersi responsabilità e anche rischi personali a difesa dell’interesse pubblico. Queste sono le caratteristiche che differenziano un leader da un burocrate e sono quelle che giustamente il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, reclama a gran voce, chiedendo al Governo un taglio netto dei tempi per la ricostruzione del ponte crollato e per salvare Genova dai rischi enormi che incombono sulla città, sul porto e sull’intera Liguria». Laghezza poi aggiunge, a nome dell’associazione che rappresenta, «Abbiamo come l’impressione che eccezion fatta per il Sottosegretario Edoardo Rixi, che si sta operando per rendere sempre efficiente l’elastico fra Genova e Roma, a livello governativo non si stia cogliendo la magnitudo del pericolo in atto. Altro che spread, il Morandi potrebbe condizionare i costi, la produzione, l’occupazione di tutto il nord ovest il cui sistema logistico fa perno sulla Liguria e in particolare su Genova. Non comprenderlo significa, questo lo si deve sapere, assumersi rischi ancora maggiori. Le incertezze e i ritardi avranno nomi e cognomi».
Ponte Morandi. Laghezza al governo: tagliare i tempi di ricostruzione
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