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Riforma Lupi: L’autotrasporto pretende di sanzionare con l’indeducibilità fiscale i ritardati pagamenti

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Il pacchetto di riforme proposto dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, integrato tramite un emendamento all’art. 19 alla Legge di Stabilità, ne segue adesso le sorti. E quindi, dopo l’approvazione della Camera, la stessa legge torna adesso al Senato, dove subirà – è già noto – nuovi emendamenti e quindi sarà necessario, prima della fine dell’anno, tornare nuovamente (e per la terza volta) alla Camera. 

La riforma, a dire il vero, ha suscitato più critiche che pareri favorevoli, anche se essenzialmente i giudizi più negativi puntano l’indice soprattutto sulla mancanza di un adeguato sistema sanzionatorio. Già nei giorni scorsi Fiap aveva proposto di aggiungere, a questo proposito, l’indeducibilità fiscale degli importi corrisposti tardivamente, proprio per arginare la deriva che costringe molto imprese di autotrasporto a entrare in crisi malgrado abbiano ingenti crediti da riscuotere. 

Anche se a dire il vero la proprosta in Parlamento per qualche ora ci era pure entrata, visto che all’interno della Commissione Bilancio un gruppetto di tre deputati (Marco Marchetti, Piergiorgio Carrescia e Federico Ginato) aveva introdotto all’originario emendamento un sub emendamento in cui si prevedeva proprio l’impossibilità di dedurre importi corrisposti tardivamente a ogni fine fiscale. Senonché questo semplicissimo principio ha messo in moto una controreazione talmente dura e massiccia, che alla fine gli stessi presentatori hanno pensato bene di ritirare il sub emendamento. 

Confartigianato Trasporti, che aveva giocato un ruolo di primo piano nella presentazione del sub emendamento, ora sta facendo forti pressioni per recuperarlo, usando anche come argomento quanto sta accadendo tra gli autotrasportatori e l’Ilva, con i primi che, dopo aver percepito l’ultimo pagamento nello scorso aprile, hanno pensato in questa settimana di interrompere il servizio di trasporto. 

Ma anche da Assotir piovono critiche sul punto, ricordando come il progetto governativo sia addirittura peggiorativo rispetto alle proposte presentate da Confindustria a Confetra il 13 febbraio 2013, in cui si prevedeva una sanzione penale per il committente che non avesse rispettato i tempi di pagamento previsti dalla legge. Ma soprattutto sottolineando che, «se le cose rimarranno così anche nel definitivo passaggio parlamentare che la legge di Stabilità dovrà compiere nei prossimi giorni, si tratterà per noi soltanto di decidere in quale forma debba svilupparsi lo stato di agitazione già da tempo proclamato unitariamente dall’Unatras». Anche perché – si aggiunge – «la richiesta di indeducibilità delle fatture non pagate entro i sessanta giorni trova l’unanimità in Unatras e consensi anche al di fuori di essa«. 

Paradossalmente soltanto la FAI sembra assumere una posizione diversa, per lo meno in termini strategici. E’ lo stesso presidente Paolo Uggè, infatti, a chiarire – nella consueta nota settimanale – che «la questione dei tempi di pagamento debba essere affrontata in un testo più ampio che riguardi anche altre questioni, senza modificare il testo del Decreto Stabilità giunto in Senato». Per quale ragione? Secondo il presidente di Fai e Unatras per una ragione molto semplice: «Il rischio che si corre è quello di veder modificato il testo in modo contrario, rispetto all’auspicato e quindi non certo vantaggioso per il settore. Ora ognuno che intende attivarsi per presentare ancora modifiche, ben sappia che si rischia di rompere gli equilibri, come quelli costruiti a Fiuggi tra le federazioni dell’autotrasporto, solo una esclusa, ma soprattutto di ottenere il risultato opposto a quello che si intende raggiungere».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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