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FiPiLi a pedaggio solo per camion, Regione e autotrasportatori in direzione ostinata e contraria

Aziende e sindacati contrastano il progetto del presidente toscano Giani del pedaggio “a senso unico” per la superstrada, che partirà nel 2024: «Non ci hanno consultati di fronte a una scelta politica discutibile, che colpisce e penalizza solo il trasporto merci». In previsione una manifestazione di protesta “a passo di lumaca”

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Fa discutere – e fa anche tanto arrabbiare l’autotrasporto – il progetto della Regione Toscana di mettere la Firenze-Pisa-Livorno a pagamento, ma solo per i mezzi pesanti. La proposta lanciata lo scorso dicembre dal presidente toscano, Eugenio Giani, ha subito in questi giorni un’accelerazione con l’inizio della costituzione di Toscana Strade, una società ‘in house’ che si occuperà della gestione e della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’arteria. Il percorso giuridico ed economico-finanziario per la costituzione della nuova società regionale è stato avviato dalla Giunta con una delibera ad hoc ed è pronta anche la bozza di legge istitutiva perché TS subentri alla Città metropolitana di Firenze che attualmente gestisce la superstrada, con un processo che dovrebbe chiudersi entro la fine del 2023. Secondo la Regione questo sistema garantirà maggiore sicurezza e qualità a una strada che ha sempre avuto problemi strutturali e di manutenzione e che ciononostante è utilizzata ogni giorno da 50mila veicoli. La Regione vuole infatti costruire corsie di sicurezza su tutto il percorso e, in alcuni tratti, anche una terza corsia, come dall’incrocio con l’autostrada da Firenze-Scandicci fino a Lastra a Signa o da Pontedera al bivio tra Pisa e Livorno.

I problemi sorgono però quando si passa al metodo di finanziamento della società. Giani pensa infatti di mettere il percorso a pedaggio, facendolo però pagare solo ai veicoli pesanti. Il pedaggiamento, che dovrebbe essere inferiore del 20-30% rispetto a quello che si paga attualmente sull’autostrada Firenze-Mare, avverrebbe con un sistema Free-Flow per il controllo degli accessi, con 5 portali localizzati lungo la via. Il controllo da terra sarà poi abbinato a quello satellitare, in collaborazione con Società Autostrade. Con il pedaggio, secondo i calcoli, verrebbero incassati circa 14 milioni di euro l’anno, tutti sulle spalle del trasporto merci, cui si aggiungerebbero gli introiti delle sanzioni (7 milioni) e dell’installazione di impianti pubblicitari, quelli consentiti dal Codice della strada e dai canoni relativi alle aree di servizio, per un totale di 90 milioni di euro.

E qui la protesta degli autotrasportatori è stata compatta. Se infatti l’introduzione del pedaggio in esclusiva per i mezzi pesanti non è immediata – si parla del 2024 – la posizione della Regione appare rigida e non si intravede possibilità di dialogo o di confronto con i sindacati del trasporto. Giani ha infatti dichiarato che «gli interessi pubblici richiedono provvedimenti sui quali abbiamo la necessità di andare avanti per i cittadini, provvedimenti che oltretutto arriveranno tra oltre un anno. Non vedo quindi il motivo di protestare». La Regione afferma inoltre che i camion che transitano ogni giorno sulla superstrada contribuiscono in maniera rilevante al suo logoramento e quindi gli autotrasportatori devono concorrere alle spese di manutenzione.

BLOCCO DELL’AUTOSTRADA CON MANIFESTAZIONE
‘A PASSO DI LUMACA’

I motivi però ci sono e li sostengono con forza aziende e sindacati del trasporto (in primis Cna Fita e Assotir), che hanno già in programma una manifestazione ‘a passo di lumaca’ lungo la superstrada per protestare contro l’imposizione, anche se non è stata ancora decisa una data. Le associazioni stanno inoltre verificando i profili di legalità e costituzionalità del provvedimento che impone un pedaggio solamente a una determinata categoria di automezzi, esaminando inoltre se sia in vigore in altre strade o superstrade del territorio nazionale.

«È una decisione politica che penalizzerà solamente la nostra categoria – spiega Gianfranco Del Poeta, presidente del CACIF di Follonica e della Cna Fita Grosseto – Abbiamo inviato come CNA una lettera ai capigruppo in consiglio regionale per spiegare come questa scelta andrebbe a pesare su tantissime aziende toscane, alle quali aumenterebbero i costi che andrebbero poi a riflettersi sui consumatori finali, che si tratti di merci oppure di servizi, dal momento che la FiPiLi vede sul suo percorso i più importanti poli economici, artigianali e industriali della nostra regione».

«Stiamo parlando di una strada che è un continuo cantiere aperto – sottolinea Il direttore del CACIF, Michele Demi – Già è penalizzante percorrerla gratuitamente, con le code che ci sono, la scarsissima fluidità e la sicurezza precaria; se poi la mettiamo a pagamento solo sulle nostre spalle diventa un costo insostenibile. Parliamo di un’arteria in alcuni tratti priva delle stesse corsie di emergenza, un limite importante che non giustifica certo l’elevazione a strada a pedaggio».

«Un pedaggio saremmo pure disposti a pagarlo – precisa il presidente di Cna Fita Toscana, Michele Santoni – ma solo dopo che l’infrastruttura sarà stata migliorata, non certo nelle pessime condizioni in cui versa oggi». Agli autotrasportatori soprattutto non va giù che Giani non li abbia consultati – considerazione sulla quale il presidente della Regione non ha finora replicato – e di essere considerati quasi come dei co-finanziatori del progetto e non dei semplici utenti: «Da oltre due anni – ha spiegato infatti Santoni – è stato chiesto un incontro al presidente, ma gli autotrasportatori non sono mai stati convocati».

Pure il coordinatore toscano di Assotir, Maurizio Bandecchi, definisce il pedaggio “iniquo balzello” e afferma che «ogni aggravio in più sopportato dalle imprese di trasporto, non potrà che essere trasferito nei prezzi finali del servizio, magari aggiungendo alle fatture di trasporto un supplemento pedaggio FiPiLi».

Schierato infine contro anche Alessandro Giannasi di Ruote Libere: «Si fa cassa sulle spalle degli autotrasportatori, unico vero obiettivo di chi è chiamato a indicare le linee guida per le politiche del trasporto merci nel nostro Paese. La sola novità sarà che una strada da sempre gratuita verrà messa a pagamento per gli autotrasportatori, con la promessa che queste risorse verranno utilizzate per investimenti e manutenzioni. Ma è paradossale come venga stravolta la stessa logica – conclude Giannasi – Normalmente i pedaggi vengono applicati per finanziare investimenti già effettuati, non per avere risorse con le quali promettere i lavori, senza calcolare che gli investimenti per le autostrade italiane sono stati già ampiamente ammortizzati, eppure si continuano a pagare pedaggi elevatissimi che arricchiscono i concessionari».

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