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Radiografica di un settore vivo. Animali, come noi

Un nuovo semirimorchio destinato al colosso norvegese Nortura, ci permette di fare il punto sul comparto del trasporto animali vivi in Italia e Europa con Arnaldo Ghilardi, direttore tecnico degli stabilimenti Pezzaioli di Montichiari

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Arnaldo Ghilardi, direttore degli stabilimenti Pezzaioli

Con 40 milioni di fatturato nel 2019, 170 dipendenti e oltre 400 allestimenti all’anno, la Pezzaioli resta l’unico protagonista europeo del comparto del trasporto degli animali vivi. Un’eccellenza italiana attiva in un settore particolare del trasporto su strada, regolato in modo rigido dal 2007 e spesso movimentato da gruppi di animalisti impegnati a denunciare, armati di telecamere, ingiusti maltrattamenti agli animali. «Noi non li approviamo nel modo più totale – esordisce Arnaldo Ghilardi, direttore degli stabilimenti Pezzaioli – e anzi collaboriamo e sponsorizziamo alcune associazioni animaliste, fra cui l’olandese Eyes on Animals (vedi box). Alcuni gruppi animalisti fanno riprese di maltrattamenti di animali in stalle inadeguate finendo per colpevolizzare l’intero settore. Altri, invece, sono evoluti al punto da collaborare con allestitori dii trailer, andando a interessarsi anche delle modalità con cui vengono costruiti per migliorare il benessere agli animali durante il trasporto. Al contempo noi utilizziamo le loro informazioni per apportare migliorie sui nostri veicoli e andare incontro alle loro idee».

Un sistema di sterzatura d’avanguardia

Ma veniamo alla novità di oggi, il trailer modello SBA 32 TDE. «Si tratta – spiega Ghilardi – di un autotreno, semirimorchio a 3 assali, con motrice a 3 assi, con 4 piani sollevabili e 4 celle (più rimorchio a 2 assi)». Ad aver acquistato il primo esemplare è un’azienda norvegese, la Nortura, cliente storico di Pezzaioli per il quale negli anni sono state individuate diverse soluzioni. «In questo caso il plus del trailer – continua Ghilardi – è il sistema di sterzatura elettronica EF-S del tridem, progettato dalla Tridec (Gruppo Jost) che permette a semirimorchi con colli estremamente bassi di essere equipaggiati con una sterzatura ad assi comandati». «Ma il sistema – interviene Francesco Zucco, manager della Jost – in virtù del peso ridotto, del ridotto spazio di montaggio che richiede e della facile installazione, può essere applicato anche a semirimorchi con pianale basso, autoportante e a collo d’oca. Funziona in modo completamente elettronico e l’angolo di sterzata è facilmente regolabile in funzione dello spazio di montaggio disponibile e alla manovrabilità necessaria». L’ultimo assale sterza con un angolo maggiore, pure con il primo asse sollevato. Il sistema Tridec ricorre anche a un comando manuale, a 18 funzioni, tramite telecomando wireless, che garantisce ulteriore manovrabilità, facendo sì che gli assi sterzino a comando o assumendo angoli di sterzata uguali.
Il sistema EF-S reagisce ai più lievi movimenti di sterzata e segue la motrice senza alcun ritardo anche grazie a una serie di accumulatori idraulici che forniscono l’energia necessaria alla sterzata. A velocità maggiori e in marcia rettilinea, le ruote sono bloccate in posizione longitudinale, assicurando un’andatura stabile.
Il trailer ha il tetto coibentato e sollevabile, una sponda di carico posteriore a comando idraulico, antiscivolo con protezioni laterali incorporate e funzionante come porta stalla se necessario. Poi, com’è norma, adotta il sistema di abbeveraggio di tipo automatico con succhiotti per suini e serbatoio d’acqua da 370 litri, posto in testata, e il sistema di ventilazione autonomo con 15 ventilatori laterali da 255 mm di diametro da 19.500 m3/h di portata controllato elettronicamente. «Il sistema Tridec – sottolinea Ghilardi – ha il vantaggio di avere un peso di poco superiore ai 250 chili e soprattutto di poter essere dislocato in varie parti del sottotelaio, fra centraline, accumulatori e batterie». In totale nel trailer trovano spazio sei batterie, due del sistema di sterzata, le altre dedicate al riscaldamento dell’acqua e alla diffusione dell’aria all’interno delle gabbie (Webasto).

IDENTIKIT DELLA NORTURA
Nortura è una cooperativa agricola – una delle 13 esistenti in Norvegia – nata nel 2006 per iniziativa di circa 18.900 agricoltori interessati a gestire macelli e altri impianti di lavorazione di carne e uova. Ogni anno lavora circa 222mila tonnellate di carne in 31 stabilimenti e utilizzando oltre 5.000 dipendenti, numeri che lo rendono il più grande fornitore di cibo di Norvegia, anche se dispone di filiali in Svezia, Danimarca e Inghilterra. Il fatturato annuo è di 23,5 miliardi di NOK (circa 2,12 miliardi di euro). Particolare attenzione viene dedicata ai limiti temporali massimi per il trasporto di animali. Prova ne sia che se in Norvegia quelli a quattro zampe non possono viaggiare più di 8 ore e quelli a due zampe per più di 12, in Nortura non si arriva quasi mai alle tre ore.

Un settore a due facce: l’Italia e l’Europa

Gli interni

Il settore del trasporto animali ha sofferto come tutti nella scorsa primavera, ma adesso sembra aver cambiato andatura. E anche Pezzaioli sta recuperando quanto perduto tramite ordini di nuove commesse. «Con questa tendenza – prevede Ghilardi – dovremmo arrivare a ottenere gli stessi numeri dell’anno scorso come immatricolato (tra i 400 e i 450 semirimorchi in un anno), mentre per gli ordinativi in produzione calcoliamo un calo dal 5 al 10%, seppure al momento attuale il portafoglio è positivo e dedicato per circa il 95% alle esportazioni».
Dove finiscono i semirimorchi Pezzaioli? «Praticamente in tutta Europa e poi in Russia e nei paesi satelliti della Russia. La nostra quota del mercato continentale – calcolata su nostre stime, in mancanza di dati ufficiali – è vicina al 50%».
Completamente diversa l’aria che soffia in Italia. «Il mercato nazionale – rileva il manager Pezzaioli – è molto piccolo come numeri e anche la tipologia di veicoli venduti è molto più ridotta rispetto al nostro core business. Difficilmente cioè Pezzaioli scende al di sotto delle 20 ton e se lo fa è più che altro in virtù di relazioni personali. Di conseguenza la nostra presenza è abbastanza ridotta rispetto a quella europea e altri costruttori (Irma, Cifa, in parte Michieletto) trovano maggior spazio».

IDENTIKIT DI EYES ON ANIMALS
Eyes on Animals è un’organizzazione olandese finalizzata a migliorare il benessere degli animali e a ridurre il più possibile la sofferenza di quelli d’allevamento durante il trasporto e la macellazione. Il suo approccio al lavoro è basato sull’invio di squadre per controllare i camion sull’autostrada e visitare i macelli. Lavorano in tutta Europa, Turchia e Ghana. La loro strategia operativa per migliorare l’applicazione delle normative esistenti sul benessere degli animali è di formare le forze dell’ordine, diffondendo migliori pratiche, formando allevatori, conducenti, lavoratori dei macelli sul comportamento e sull’intelligenza degli animali. In più mette in buona luce le aziende virtuose e al contrario evidenzia in modo vergognoso quelle meno attente alle sofferenze degli animali.

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