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Scania va incontro all’elettrificazione. Come si cambia per rimanere uguale a se stessi | VEICOLI ELETTRICI

Titolo difficile, vero. In due parole si spiega così: il mondo della mobilità va verso l’elettrificazione. E il costruttore svedese l’asseconda. Ma siccome per il suo DNA è sempre stato strategico farsi in casa tutti i componenti principali del veicolo, anche per le batterie seguirà lo stesso principio. E non a caso investe soldi per realizzare sia impianti di assemblaggio, sia di ricerca e sviluppo

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I tempi cambiano, le motorizzazioni evolvono, i sistemi di mobilità si rivoluzionano, ma il metodo Scania rimane sempre quello. Facciamo riferimento al fatto che il costruttore svedese realizza in casa qualsiasi componente debba inserire sui propri veicoli. Non perché non si fidi di nessuno, ma perché ritiene strategico e identitario poter dire di quel motore o di quella trasmissione che è frutto del proprio ingegno e che, soprattutto, non lo si trova su nessun altro veicolo.

La cosa interessante è che tale considerazione allargata del proprio perimetro operativo, si conferma identica adesso che il mondo vira verso l’elettrificazione. Provate a pensare: qual è il componente in grado di fare la differenza rispetto a un veicolo elettrico? Ma certo, è la batteria, perché è questa che fornisce energia al motore e lo tiene in vita per un tragitto più o meno lungo. Da qui la decisione di Scania: le batterie che troveranno posto sul telaio di un camion (o di un bus) con il grifone sulla calandra saranno realizzate a Södertälje, nel proprio quartier generale.

Ovviamente, per arrivare a questo punto c’è bisogno di investimenti. E in Scania hanno messo sul piatto tanti soldi. Innanzi tutto, 100 milioni di euro (vale a dire un miliardo di corone svedesi) sono stati destinati alla realizzazione di un impianto di assemblaggio di batterie, una struttura di 18.000 mq i cui lavori di costruzione inizieranno con il nuovo anno per divenire operativa nel 2023. Ruthger de Vries, responsabile produzione e logistica, lo dice a chiare lettere: «assemblare batterie in loco è un prerequisito per la produzione su larga scala di veicoli elettrici e definisce chiaramente Scania come parte della catena del valore della produzione di batterie». Ecco quindi la prima parolina magica: produco le mie cose per divenire parte della loro catena del valore.

Peraltro, anche in termini logistici, il nuovo impianto sarà costruito accanto allo stabilimento di assemblaggio dei telai a Södertälje (dove veicoli elettrici e a combustione saranno realizzati in parallelo) e, impiegando 200 persone, assemblerà in modo automatizzato moduli batteria e pacchi celle in arrivo da un altro impianto di batterie Northvolt a Skellefteå, sempre in Svezia. L’altra parolina magica è «modularità», perché i pacchi di batterie assemblati formeranno sistemi su misura per la produzione modulare, vale a dire l’architrave del metodo produttivo Scania.

Ma questo è il primo investimento. L’altro, inferiore ma per certi versi più strategico, serve a finanziare, con 15,5 milioni di euro, la realizzazione di un laboratorio di batterie presso le proprie strutture di ricerca e sviluppo. Ovviamente a Södertälje. E capirete che un conto è assemblare, un altro è studiare lo sviluppo di nuove batterie. In questo caso i tempi per divenire operativi sono inferiori, anche perché c’è da realizzare un laboratorio di un 1.000 mq, i cui lavori, già iniziati, termineranno in primavera così da poter iniziare a lavorare nell’autunno 2021. Il laboratorio conterrà tre sale prova per celle, moduli e pacchi batteria e una struttura in cui preparare i campioni di prova con cui migliorare ambiente di lavoro, sicurezza e tempi di attività dei test. Ciò che interessa al costruttore – come spiega Claes Erixon, responsabile della ricerca e sviluppo di Scania – è di «rafforzare la nostra capacità di dimensionare le batterie per ogni applicazione». E siccome nella road map della casa c’è un lancio di un nuovo veicolo elettrico ogni anno diventa necessario «disporre di competenze e conoscenze di livello mondiale nell’utilizzo della batteria e nell’ottimizzazione del ciclo di vita».

Il laboratorio, cioè, si concentrerà sulle prestazioni della batteria e sull’ottimizzazione della durata in qualsiasi condizione operativa. D’altra parte, sarà proprio questo un domani a fare la differenza. Oggi, cioè, quando le aziende acquistano un veicolo guardano per prima cosa al consumo, a quanti chilometri percorre con un litro di gasolio. Domani guarderemo quante ne fa con una ricarica della batteria. Insomma, il mondo cambia. E Scania evolve per rimanere uguale a se stessa.

NUMERO

115,5 milioni di euro
È la cifra investita da Scania per realizzare un impianto di assemblaggio delle batterie accanto alla catena di montaggio e un laboratorio di ricerca e sviluppo in cui ottimizzarne la durata.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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