
L’autore gioca abilmente con gli aneddoti, con i richiami alla medicina, alla scienza, alle serie Tv, alla religione e a molto altro per raccontarsi, per misurarsi con il tentativo personale, e di ogni individuo, di combattere le paure, di superare le fragilità, di scoprire qualcosa in più di noi stessi. E con spontaneità narrativa scrive: «Ho deciso di parlare di ipocondria, del mio rapporto con una fobia che mi toglie il fiato ogni giorno, perché penso che condividere le paure possa servire a destabilizzarle, perché noi ipocondriaci sappiamo che fare gruppo aiuta». Una riflessione da fare propria per affrontare questo inedito e ansioso quotidiano.