Il rifacimento dello scalo merci ferroviario di Ravenna segna un passaggio strutturale per la competitività del porto e per l’intero sistema logistico dell’Emilia-Romagna. L’investimento da 80 milioni di euro di Rete Ferroviaria Italiana, inserito nel Contratto di Programma con il Ministero delle Infrastrutture, punta a trasformare uno snodo oggi limitante in un’infrastruttura abilitante per l’intermodalità.
L’intervento riguarda lo scalo sulla sinistra del Canale Candiano, nell’area delle Bassette, e prevede l’aggiunta di 7 nuovi binari agli attuali 5, tutti elettrificati e centralizzati, con collegamenti diretti alle linee Castel Bolognese–Ravenna, Faenza–Ravenna e Ferrara–Ravenna. Una configurazione che consente di aumentare la capacità di ricezione e instradamento dei convogli, riducendo tempi di manovra e criticità operative.
Meno interferenze, più capacità merci
Uno degli effetti più rilevanti è la riduzione di circa 4.000 treni merci all’anno in transito dalla stazione di piazzale Farini. Per il sistema ferroviario locale significa:
- meno interferenze con il traffico passeggeri;
- maggiore regolarità delle tracce merci;
- miglioramento della sicurezza e dell’affidabilità complessiva del nodo.
Per gli operatori logistici, la conseguenza è una maggiore prevedibilità del servizio ferroviario, elemento decisivo per spostare quote di traffico dalla strada alla rotaia.
Un boost competitivo per il porto di Ravenna
Il potenziamento dello scalo rafforza il ruolo del porto come hub per:
- materie prime e semilavorati destinati al sistema industriale;
- traffici bulk e rinfuse;
- flussi ferroviari verso il Nord Italia e il Centro Europa.
Non a caso la Regione Emilia-Romagna considera l’opera strategica per la piena operatività della Zona Logistica Semplificata, e per il consolidamento delle connessioni con l’Interporto di Bologna, il distretto ceramico di Sassuolo e il sistema portuale adriatico.
Accanto ai binari sono previste opere complementari – viabilità, gestione delle acque, impianti antincendio, torri faro e fabbricati tecnologici – che migliorano sicurezza, continuità operativa e attrattività dello scalo per imprese ferroviarie e operatori multimodali.
Tempi lunghi, ma direzione chiara
La gara è prevista a inizio 2026, con avvio dei lavori dopo la progettazione esecutiva e primo treno atteso nel 2030. Un orizzonte temporale non breve, ma coerente con un intervento che punta a ridisegnare il ruolo ferroviario di Ravenna nel medio-lungo periodo.
Per il sistema dei trasporti, il segnale è netto: più ferro per il porto significa meno strada, più efficienza e maggiore competitività per l’intera filiera logistica regionale.
SCALO MERCI DI RAVENNA: I NUMERI CHIAVE
- Investimento: 80 milioni di euro (RFI – Contratto di Programma MIT)
- Binari: da 5 a 12 (+7 nuovi), tutti elettrificati e centralizzati
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Linee collegate:
- Castel Bolognese–Ravenna
- Faenza–Ravenna
- Ferrara–Ravenna
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Impatto sulla circolazione:
- ~4.000 treni/anno in meno in transito dalla stazione centrale
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Benefici operativi:
- maggiore capacità di manovra e instradamento
- riduzione interferenze merci/passeggeri
- aumento affidabilità delle tracce ferroviarie
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Ricadute logistiche:
- crescita quota modale ferroviaria del porto
- supporto alla ZLS Emilia-Romagna
- connessione rafforzata con interporti e distretti industriali
- Avvio esercizio: primo treno previsto nel 2030


