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Manuela Brunner: «Ecco come ho fatto il salto dalla scrivania al volante»

Si chiama Manuela, ha 31 anni e vive a Kurtasch (Bolzano), dove lavora come autista facendo la spola tra Italia e Germania. È lei la vincitrice della dodicesima edizione del Sabo Rosa, riconoscimento assegnato ogni anno dalla Roberto Nuti Group in occasione della Festa della Donna alle lavoratrici del trasporto. E pensare che nel settore è entrata come segretaria. Poi la passione l'ha spinta alla guida

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«Non è la prima volta che mi candido per il Sabo Rosa, ma quando ho scoperto di avere vinto, la mia prima reazione è stata di totale sorpresa, non credevo che questa volta sarebbe stata quella buona e invece la tenacia premia sempre». Di tenacia Manuela ce ne ha da vendere ed è proprio grazie alla sua determinazione che da cinque anni è riuscita a fare di quello che era inizialmente solo un sogno il suo lavoro

«Appena maggiorenne ho iniziato a lavorare come segretaria in un’azienda di trasporti. La mia passione per i mezzi pesanti nasce però quando ero ancora una bambina e con mio fratello minore giocavamo nella sabbia con camion e ruspe. Questa passione ci lega ancora oggi, tanto che io sono alla guida di un bestione di 17 metri con cui trasporto alimenti, mentre lui guida un mezzo del soccorso stradale».

Cosa ti ha spinta a fare il salto decisivo e diventare autista?

Dopo qualche anno dietro la scrivania mi sono resa conto che non mi bastava più, volevo passare alla parte operativa e così ho deciso di prendere la patente e mettermi alla guida di un camion di quella stessa azienda per cui già lavoravo. 

I tuoi colleghi come hanno preso la tua decisione?

Alcuni di loro erano sopresi, ero l’unica donna autista dell’azienda, ma mi hanno sempre supportata fin dall’inizio. Oggi lavoro per un’altra realtà in cui fin da subito sono stata accolta con rispetto e vista semplicemente come una nuova collega. Ho saputo dimostrare a me stessa e agli altri il mio valore e soprattutto che l’autotrasporto può essere tranquillamente un lavoro per donne. 

Manuela subito dopo aver ricevuto il Sabo Rosa

«Bisognerebbe avvicinare le giovani donne a questa professione, per esempio facendo formazione già nelle scuole, spiegando alle bambine che l’autotrasporto è una possibilità per il loro futuro»

Le donne nel settore però sono ancora poche… 

È vero, le colleghe sono ancora poche, ma il Sabo Rosa è un’occasione per dimostrare che questo lavoro noi donne lo possiamo fare e pure bene. Anche la tecnologia oggi viene in nostro aiuto, quel che manca forse è il salto culturale. Bisognerebbe avvicinare le giovani donne a questa professione, per esempio facendo formazione già nelle scuole, spiegando alle bambine che l’autotrasporto è una possibilità per il loro futuro e poi occorre fare leva sulla comunicazione, oggi i social possono arrivare a tante persone, dovremmo imparare a sfruttarli. Certo, è giusto anche dire che è un lavoro difficile e serve tanta passione, ma spesso anche di fronte alla passione o alla curiosità ci si lascia frenare dalla paura. Quello che vorrei dire, però, è che bisogna quantomeno provarci, anche se qualcuno a volte ci guarda ancora con sorpresa o ci invita a fare un lavoro più facile. 

Tu come reagisci a queste affermazioni?

Ci sono tante persone che ancora ci guardano con stupore e un po’ di diffidenza, ma ci sono anche tanti altri che vedendomi alla guida del mio camion mi dicono “che bello, finalmente una donna!”. Ringrazio quando ricevo un complimento e vado avanti quando ricevo un commento negativo, perché so che sto facendo quello che mi piace e per me è questo quello che conta.

Ora che hai raggiunto il tuo obiettivo di vincere il Sabo Rosa quali altri progetti hai per il futuro?

Sicuramente voglio continuare a guidare e a fare bene il mio lavoro e spero che questo premio possa ispirare qualche altra ragazza a intraprendere questa bellissima professione.

«Bisogna quantomeno provarci, anche se qualcuno a volte ci guarda ancora con sorpresa o ci invita a fare un lavoro più facile»

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