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Bisogna saper scegliere

Sono sempre di fretta, in costante rincorsa del tempo perso in diverse situazioni (traffico, attese al carico/scarico, ecc.) e quindi molto spesso consumo un piccolo pasto veloce, preconfezionato. Nonostante la quantità di cibo mi sembra pochissima, spesso mi ritrovo con la testa pesante e sonnolenza. Non posso però esagerare nemmeno con il caffè. Come posso aiutarmi? Ezio C. Potenza

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Si scrive Junk Food, si traduce cibo spazzatura e si legge minaccia per la salute, in quanto si tratta di alimenti industriali, ultra-processati caratterizzati da elevato apporto calorico e scarsissimo valore nutrizionale: snack, piatti e prodotti da forno pre-confezionati, merendine, salse e sughi pronti, patatine fritte, biscotti industriali e soft drink cioè bevande analcoliche, anche light, spesso gasate e artificialmente dolcificate. Combinazioni micidiali di sale, zuccheri raffinati, grassi saturi e idrogenati e sostanze chimiche conservanti, stabilizzanti, emulsionanti all’apparenza piacevoli, gustose, eccitanti ma che saziano poco e innescano una sorta di dipendenza che porta a mangiarne sempre di più. Alimenti resi ancora più allettanti da pubblicità e confezioni accattivanti il cui consumo si associa all’insorgenza di numerose patologie croniche quali in particolare obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari (aterosclerosi, infarto, ictus), tumori e, secondo quanto descritto da alcuni recentissimi articoli scientifici, anche depressione e demenza. I cibi spazzatura fanno dunque malissimo, non solo al cuore e alle arterie, ma anche al cervello, in quanto inondano rapidamente le cellule del nostro organismo di tanta, troppa energia di bassa qualità che sovraccarica e mette in crisi i sistemi di metabolizzazione e smaltimento tanto da indurre la produzione dei fantomatici e dannosi radicali liberi e generare uno stato di cronica e persistente infiammazione. Più se ne consumano, maggiore sarà il rischio per la salute.

Non solo, ma il consumo abituale ed eccessivo di junk food è nocivo anche per l’ambiente, si tratta di alimenti che per la produzione, la confezione e il trasporto comportano emissioni elevate di gas serra, enorme spreco di acqua e quantità elevate di rifiuti. E allora perché continuare a mangiarli se fanno soffrire la salute nostra e della terra? Perché sono a buon mercato (costano infatti meno del cibo buono e sano) e sono dappertutto, nei supermercati e negli autogrill, nei distributori automatici e in alcune mense, pronti all’uso, senza “perdere tempo” in preparazioni o cotture. E quando per motivi di lavoro si è costretti a risparmiare su costi e tempo, il cibo spazzatura, magari rapidamente ingurgitato nel primo posto di ristoro utile, può diventare il pasto di fortuna ideale, veloce e ipercalorico, nonostante incida negativamente anche sulla qualità della guida e sulla sicurezza stradale in quanto richiede lunghi tempi di digestione che possono portare a stanchezza cronica e sonnolenza. Nutrizionisti e studiosi di alimentazione sono consapevoli del fatto che oggi è difficile eliminare del tutto i cibi spazzatura dalla nostra vita, ma raccomandano con sempre maggiore enfasi campagne informative, regolamenti, azioni politiche che consentano di limitarne al massimo il consumo. In questo senso, per quanto riguarda gli autotrasportatori, bisogna partire dal presupposto, come già sottolineato più e più volte, che l’alimentazione corretta non solo è alla base della salute, ma mantiene la mente lucida e attenta, perciò è necessario essere informati e scegliere con attenzione cosa mangiare e quando mangiare. È quindi fondamentale il rispetto delle pause che possono concedere il tempo per un pasto vario e sano ricco di frutta e verdura e povero di grassi, magari preparato a casa e conservato in borsa termica o in frigorifero.

Buon viaggio!

Annagiulia Gramenzi
Annagiulia Gramenzi
Ricercatore Dip. medicina clinica Univ. Bologna
Scrivete a Annagiulia Gramenzi: salute@uominietrasporti.it

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