La logistica, si sa, di per sé è intelligente. Deve mettere ordine dove manca affinché le merci fluiscano. Così succede che l’altoatesina Fercam, uno...
Partirà dall’ascolto della popolazione residente nell’area Unesco di Firenze, degli operatori, delle aziende e dei lavoratori. E’ questo il primo passo annunciato oggi per...
Dopo aver consolidato le proprie esperienze in Geodis, Kuehne + Nagel e FM Logistic, Maraschi è arrivato nella filiale italiana del colosso dell’agroalimentare a temperatura controllata sei mesi fa. A quel punto si è immerso nelle dinamiche strategiche e organizzative del Gruppo, ha affiancato il Comitato direttivo, è entrato nelle filiali sul territorio e adesso è pronto a raccogliere la sfida di accelerare il business aziendale a colpi di ottimizzazione di processi e di innovazione
Le relazioni tra società attive in segmenti diversi del trasporto diventano lo strumento per allargare l’offerta di mercato di ognuna. Ecco perché se chi si occupa della trazione ferroviaria (Mercitalia) si allea con chi commercializza servizi di trasporto intermodale marittimo (Logtainer), si riesce a creare un network più allargato e a fornire servizi migliori. O, come sottolinea l’AD Sabrina De Filippis, a «offrire servizi end to end di qualità ai nostri clienti»
La logistica si sta trasformando sulla spinta di una crisi strutturale che coinvolge fattori economici, sociali e tecnologici. Da spina dorsale della globalizzazione sta diventando termometro della crisi internazionale, sia per la riduzione del commercio mondiale determinata dalle tensioni sui dazi sia per effetto della fase di passaggio verso l’intelligenza artificiale. Il massiccio taglio di personale deciso da UPS malgrado i profitti raccolti è un sintomo di questo e di tanto altro…
Il Polo Logistica FS e il Gruppo Fiori hanno siglato un accordo per un trasporto ambientalmente sostenibile dei rottami ferrosi. La collaborazione tra il...
Il presidente di Federlogistica, Davide Falteri, lancia una proposta costruttiva: istituire una Cabina di Regia in cui far dialogare e collaborare operatori logistici e gruppi industriali. In questo modo i prodotti del made in Italy potrebbero diventare maggiormente competitivi, l’exportsi rafforzerebbe e anche l’importazione di materie prime e dicomponenti utili al sistema manifatturiero diventerebbe più efficiente. Ecco perché