Cresce l’accuratezza dei contratti di trasporto e di magazzinaggio che presentano un numero maggiore di elementi indicizzati rispetto a 5 anni fa: si va dal costo del carburante ai minimi salariali, fino a una gestione del rischio più attenta con polizze assicurative ad hoc e certificazioni. L’indicazione emerge dall’ultima ricerca “Intelligenza (artificiale e umana) per il futuro della Logistica” dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano e appare come il consolidamento di un processo che, accogliendo altri indicatori, ci parla di come il settore stia evolvendo verso forme di stabilizzazione, anche nei rapporti tra vettori e committenti.
Fatturato in crescita nonostante le incertezze
Partiamo dal fatturato. Dopo la contrazione del 2023, dovuta in larga parte al calo delle tariffe di trasporto internazionale e quindi mal digerita dagli spedizionieri, il settore è tornato a crescere nel 2024 e nel 2025 con incrementi nominali rispettivamente dell’1,7% e dell’1,9%, toccando i 112,4 miliardi di euro complessivi.

Questi sono stati anni di grande riorganizzazione con la quale la logistica ha dovuto rispondere alle turbolenze geopolitiche, alla volatilità dei volumi e alle incertezze normative legate principalmente ai carburanti e alle tecnologie dei mezzi. Inoltre, il settore si trovato a fare i conti con l’impatto disruptive dell’AI, con un mercato del lavoro in forte evoluzione e con filiere che dopo il Covid sono state riorganizzate. Quali sono stati i driver della resilienza?
Arretra la terziarizzazione
Uno dei trend già osservato è l’arretramento (sul fronte del fatturato) della terziarizzazione dei servizi di logistica che, anche nel 2025, è in leggera flessione rispetto all’anno precedente e si attesta a 66,6 miliardi di euro.

Sul fronte opposto, aumentano le internalizzazioni, in particolare di personale, anche a seguito delle inchieste della Procura di Milano che ha messo sul banco degli imputati appalti e cooperative di fornitura di manodopera. Così, secondo la ricerca del Politecnico di Milano, il peso del costo del personale sul fatturato dei top player impatta per il 16%, rispetto al 13,6% dell’anno precedente.
La lenta diminuzione dei padroncini
In questo panorama in forte evoluzione, probabilmente la notizia di una certa rilevanza è la stabilizzazione del numero delle aziende, con i padroncini in continua, lenta diminuzione. Infatti, il Politecnico conta nel 2023 circa 79.000 aziende di logistica conto terzi, di cui 60.357 sono imprese di autotrasporto organizzate in società di persone, in diminuzione solo dell’1,4% rispetto al 2022, il che vuol dire che hanno chiuso i battenti 841 realtà. Crescono invece le società di capitale arrivate a 11.915, lo 0,9% in più, ma il vero trend positivo si registra tra i corrieri (+2,6%) trainati dell’andamento positivo dell’ultimo miglio e dei gestori dei magazzini (+2,8%).
Le dimensioni contano
Il consolidamento del settore passa anche attraverso fusioni e acquisizioni. A conferma che le dimensioni contano anche per raggiungere altri mercati o verticalizzare le attività, il Politecnico segnala un’accelerazione della tendenza, in particolare sul fronte nazionale dove si contano 175 operazione di M&A che costituiscono il 67% del totale del 2025. Si tratta di un andamento iniziato già nel 2021 che sta portando le aziende ad unire le forze per completare il network, per ampliare l’offerta di servizi, in particolare nell’ultimo miglio o nella catena del freddo, oppure per rispondere ad esigenze della green logistics e per raggiungere mercati internazionali.

Contratti al passo con i tempi
Anche i contratti si adeguano ai tempi: durano un po’ di meno, ma si arricchiscono di elementi, di clausole e indicazioni che rendono la relazione tra vettore e committente più solida e trasparente. Diciamo subito che la leggera diminuzione registrata dall’Osservatorio Contract Logistics che ha esaminato 14.000 contratti si deve a un bisogno di flessibilità riscontrato da entrambi le parti.

Così nell’autotrasporto la media di 1,7 anni del 2017 arriva oggi a 1,6 anni. Più marcata la differenza nel magazzino con contratti che mediamente durano oggi 3 anni, 4 mesi in meno del 2017. Ma a fronte di questo, gli accordi diventano più solidi. In primis, il 74% dei contratti di trasporto ha un numero maggiore di elementi indicizzati. Nella quasi totalità (96%) si riscontra il riferimento al costo del carburante, nel 70% agli indici Istat e nel 39% dei contratti alla variazione dei minimi salariali per il personale impiegato nei servizi. Molto rappresentata la gestione del rischio con clausole a favore del recesso anticipato del committente (63%) e del fornitore (57%). Il 46% dei contratti fa riferimento a polizze assicurative e il 41% a fideiussioni, il 48% pone garanzie per gli asset impiegati e il 16% dispone di certificazione. Un capitolo interessante è quello della trasparenza e della condivisione delle informazioni tra committente e vettore, richiesta nel 77% dei casi. Infine, nell’84% dei contratti esaminati, le richieste si estendono anche alla catena della subvezione, richiedendo la garanzia dei medesimi servizi e standard.


