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Gizzi: «Ecco la rivoluzione digitale degli adempimenti ambientali»

Comunicazione, formazione, controlli e digitalizzazione degli adempimenti ambientali. «Stiamo traghettando il settore della gestione dei rifiuti in una nuova era, attuando la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, obiettivo importante del nostro PNRR». Lo conferma Daniele Gizzi, Presidente dell’Albo nazionale gestori ambientali, che sta conducendo una strategia incentrata sulla comunicazione, trasparenza, tracciabilità e legalità del settore, in un momento di rivoluzione epocale

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«Il RENTRI nasce per acquisire dati, velocizzare l’operatività delle imprese, azzerare i tempi dei controlli, fornire un cruscotto informativo in tempo reale per la pianificazioni della gestione dei rifiuti su base nazionale e territoriale. Un sistema che, a meno di un anno dal suo avvio, ha già scardinato tutti i pregiudizi i legati alla paura delle innovazioni». Parola di Daniele Gizzi, Presidente dell’Albo nazionale gestori ambientali, che in questa intervista concessa per UeT ci racconta come la crescita delle aziende iscritte all’Albo gestori ambientali, la dematerializzazione dei provvedimenti di iscrizione e la digitalizzazione di tutti gli adempimenti ambientali legati alla movimentazione dei rifiuti siano frutto di impegni presi con l’Europa e di una precisa strategia.

Quali sono oggi i compiti istituzionali dell’Albo?

L’Albo nazionale gestori ambientali dal 1998 è un organismo indipendente del Ministero dell’Ambiente (MASE) composto da un Comitato nazionale e da 21 sezioni territoriali con sede presso le Camere di Commercio dei capoluoghi di regione e le province autonome di Trento e Bolzano. Di fatto il Ministero dell’ambiente, grazie all’Albo, è l’unico ad avere delle diramazioni territoriali in ogni regione. Il sistema Albo, costituto da MASE ed Unioncamere, ha il compito di rilasciare i titoli abilitativi al trasporto rifiuti conto terzi, conto proprio e transfrontalieri, alle attività di intermediazione, di bonifica di siti contaminati e di beni contenenti amianto. Nessuna impresa si deve recare in alcun sportello della Pubblica amministrazione per iscriversi, cancellarsi, variare la propria autorizzazione, inserire nuovi mezzi. L’Albo è totalmente digitale dal 2017: le 380 persone che lavorano presso il Comitato nazionale e presso le sezioni regionali e provinciali nel 2024 hanno gestito 100.000 istanze delle imprese. Nel 2025 siamo a 70.000 e l’anno non è ancora finito. Il MASE ha pertanto affidato all’Albo la gestione della digitalizzazione di tutti gli adempimenti ambientali legati alla gestione dei rifiuti: i registri cronologici di carico e scarico e i formulari di identificazione rifiuti come il RENTRI, le autorizzazioni al trattamento dei rifiuti, ovvero il REcer e i piani regionali di gestione rifiuti, ovvero i MonitorPiani.

Il numero di imprese e veicoli iscritti aumenta. Che cosa significa?

Abbiamo lavorato principalmente su due fronti: la comunicazione istituzionale e la digitalizzazione dei controlli su strada. Dal restyling del 2023 il nuovo sito web ha quadruplicato gli accessi rispetto agli anni precedenti, raggiungendo dalla sua pubblicazione 75 milioni di pagine visitate. Sul sito e sui canali social (Linkedin, YouTube, Facebook) gli utenti trovano le risposte alle loro FAQ, possono porre nuovi quesiti, consultare brevi video tutorial che guidano nella lettura delle delibere e delle circolari più complesse, trovare un’offerta formativa di eventi organizzati in tutta Italia a libera partecipazione su temi ambientali. Dal 2022 esiste News@lbo la newsletter mensile che oggi raggiunge circa 19.000 iscritti tra imprese, consulenti, pubbliche amministrazioni ed enti di controllo.

L’incremento si deve solo alla comunicazione?

Dal 2023 sono stati dematerializzati i titoli abilitativi rilasciati dall’Albo: mediante l’app AgestSMART, scaricabile gratuitamente dai principali store digitali, le imprese possono generare un QR code contenente tutti gli estremi della propria autorizzazione e gli enti di controllo, con la stessa applicazione in loro dotazione, inquadrando il QR Code, possono verificarne i contenuti accedendo alla Banca dati Albo e reperendo in tempo reale tutte le informazioni legate al veicolo (categoria di iscrizione, codici EER autorizzati, Responsabile Tecnico, Legale Rappresentante, etc.). Non solo: con la stessa App, semplicemente inquadrando la targa di un mezzo circolante, possono ottenere le stesse informazioni aggiornate in tempo reale. Ad oggi, a poco più di due anni dalla partenza, il 37% delle imprese utilizza il QR Code per un parco veicolare totale di circa il 60% dei veicoli registrati all’Albo. Alle forze dell’ordine locali attraverso la sottoscrizione di più di 30 protocolli d’intesa in meno di 4 anni, l’Albo ha fornito gli strumenti digitali e la formazione per velocizzare i controlli. I risultati sono evidenti. Stiamo studiando la possibilità di aprire l’utilizzo di AgestSMART, a certe condizioni, anche agli impianti di destino finali, soggetti obbligati all’iscrizione al RENTRI, ma non all’Albo: questo agevolerebbe molto i trasportatori aiutando ad una più ampia diffusione dello strumento.

Durante l’ultimo anno il RENTRI è entrato in vigore. Quali sono i risvolti legati al sistema e come lo hanno accolto le imprese?

Il RENTRI è partito dopo una sperimentazione prototipale durata due anni che il MASE ha affidato all’Albo e che ha visto il coinvolgimento di più di 3.000 rappresentanti di imprese, associazioni di categoria, consorzi di filiera. MASE ed Albo hanno utilizzato un approccio innovativo: l’utenza non è stata chiamata a testare un prodotto finito, bensì a costruire insieme un prototipo per risolvere da subito eventuali criticità. Nonostante questo, la partenza del RENTRI e l’entrata in vigore dei nuovi modelli di registri e formulari il 13 febbraio di quest’anno, non è stata esente da resistenze e preoccupazioni da parte del mondo imprenditoriale: comprensibili visto che abbiamo mandato in soffitta i vecchi modelli cartacei in uso dal 1998.

Quanto avete puntato sulla formazione?

L’Albo ha condotto un’imponente campagna di informazione e formazione dell’utenza erogando circa 270 ore di formazione istituzionale gratuita, distribuite in 87 eventi webinar, che hanno visto la partecipazione di circa 80.000 persone. La formazione dell’Albo su RENTRI non si ferma e nell’ultimo trimestre 2025 sono previste altre sessioni formative per gli enti di controllo, le associazioni, le imprese e le microimprese che si dovranno iscrivere dal 15 dicembre di quest’anno. L’attività formativa ha consentito di raccogliere i dubbi e le incertezze degli operatori ai quali viene data risposta nell’area supporto del portale www.rentri.gov.it, dotata di assistente virtuale, oltre 280 schede informative, 12 video tutorial che forniscono risposte alle imprese. Mi piace pensare che anche grazie alla comunicazione e alla formazione molti dei pregiudizi iniziali oggi sembrano essersi dileguati; ne sono la prova i numeri dell’operatività del sistema: 158.000 imprese iscritte, 267.000 unità locali registrate, 45.000 trasportatori iscritti, 17.000 tra impianti di recupero, smalti mento e centri di raccolta, 8.000 intermediari, 370.000 incaricati 270 soggetti delegati (associazioni) che stanno gestendo per conto delle imprese gli adempimenti digitali. Utenti che ad oggi hanno trasmesso 56 milioni di movimentazioni di carico e scarico e vidimato digitalmente più di 28 milioni di FIR. Un patrimonio di informazioni aggiornate in tempo reale che il MASE non ha mai avuto e in continua evoluzione: sono numeri già vecchi alla data di pubblicazione di questa intervista.

Nel 2026 quando il sistema sarà a regime avremo rifiuti tracciati su tutto il territorio nazionale?

Certamente sì, ma non in tempo reale. Abbiamo chiesto alle aziende di trasmettere i dati ogni 30 giorni (entro il mese successivo rispetto alla data di registrazione per gli operatori / entro i due mesi successivi se i dati sono trasmessi dai soggetti delegati). Stiamo digitalizzando, raccogliendo e organizzando i dati, ma farlo in tempo reale non è ancora possibile per la quantità impressionante di operazioni giornaliere. Il RENTRI è un sistema snello, con costi bassi, che non richiede black box o altro.

Sono stati introdotti sistemi di geolocalizzazione e tracciabilità dei rifiuti. Che tipo di tecnologia è richiesta e come sta andando l’applicazione?

Le aziende professionali che si occupano di trasporto di rifiuti pericolosi (cat. 5) dovranno dimostrare dal 1° gennaio 2026 di avere a bordo sistemi di geolocalizzazione, altrimenti non potranno più iscriversi all’Albo (Categoria 5). Ad oggi quest’obbligo, imposto dal DM 59/2023 e da successivi decreti direttoriali, coinvolge circa 7.000 imprese e 20.000 mezzi. L’Albo dal 1° luglio ha consentito alle imprese di adempiere per tempo a quest’obbligo, inviando in digitale l’attestazione relativa alla presenza sugli automezzi dei dispositivi di geolocalizzazione reperibili sul mercato. Il MASE deve però ancora emanare un decreto direttoriale per stabilire le modalità di trasmissione dei dati relati vi ai percorsi al RENTRI. In ogni caso l’obbligo di trasmissione dei dati scatterà più avanti ad inizio 2027.

Questa intervista è inclusa all’interno di «Rifiuti 4.0: l’era del RENTRI», il nuovo volume della collana Guida in pratica di Uomini e Trasporti. Il libro, edito da Federtrasporti con il patrocinio dell’Albo Gestori Ambientali, sarà presentato in anteprima a Ecomondo, la fiera internazionale dedicata alla transizione ecologica, martedì 4 novembre alle ore 12 (padiglione A6 – sala Acero, primo piano).

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