I dati Inail confermano purtroppo una situazione di grande peggioramento: nel settore del trasporto merci e della logistica è in corso una vera emergenza nazionale. Parliamo di infortuni che non sono semplici numeri, ma vite segnate, famiglie che portano cicatrici, lavoratrici e lavoratori che ogni giorno affrontano turni insostenibili, pressioni crescenti e contesti operativi privi delle adeguate garanzie.
Questi dati, lo sappiamo bene, non rappresentano nemmeno l’intero fenomeno: molti incidenti non vengono rilevati o non emergono ufficialmente. E spesso le cause sono sempre le stesse: ritmi imposti, in particolare dall’esplosione dell’e-commerce, consegne sempre più rapide richieste dai consumatori, turnazioni estenuanti e una catena logistica che scarica sulle persone l’urgenza del «tutto e subito».
È una pressione continua che riguarda autisti isolati sulle strade, addette e addetti ai magazzini, operatrici ed operatori che convivono con mezzi in movimento, manutentori e personale esterno che entra quotidianamente nei siti logistici.
Per questo diciamo con forza che la sicurezza deve diventare la prima infrastruttura del Paese. Servono più controlli, formazione vera e non formale, tecnologie di prevenzione, e soprattutto una responsabilità condivisa lungo l’intera filiera. Non possiamo più accettare appalti senza regole, sovraccarichi di lavoro, interferenze operative non gestite. L’esempio di quanto accaduto a Calenzano dimostra cosa succede quando in uno stesso sito si incrociano autisti, carrellisti, manutentori e personale di altre aziende senza un coordinamento chiaro e regolamentato.
Come organizzazioni sindacali stiamo lavorando da tempo per colmare questi vuoti. Nel CCNL Logistica e Trasporto Merci abbiamo già introdotto strumenti e figure dedicate proprio alla gestione delle interferenze lavorative, perché la prevenzione si fa sul campo, dove i rischi si generano davvero.
E sul piano istituzionale, iniziative come il protocollo promosso in Lombardia da INAIL, ACI e Regione Lombardia per la prevenzione degli infortuni stradali rappresentano un passo importante, ma devono diventare la norma su tutto il territorio nazionale.
Dobbiamo intervenire anche sul lavoro isolato degli autisti: servono visite preventive adeguate, monitoraggio dei carichi di lavoro, attenzione alle condizioni di salute e ai tempi di recupero. La prevenzione non si fa solo con le regole, ma con l’organizzazione del lavoro e con la tutela delle persone. La UILTrasporti continuerà a chiedere con determinazione che la sicurezza non venga più vista come un costo, ma come un diritto e un investimento necessario per un settore strategico per l’economia e vitale per il Paese.
Perché il lavoro non può – e non deve – continuare a costare vite umane.


