Più o meno due giornate di lavoro al mese vanno in fumo a causa dei guasti ai dispositivi mobili, tra smartphone, stampanti, scanner e altri strumenti tecnologi in dotazione, nei trasporti e nella logistica. Oltre all’inattività e al mancato raggiungimento degli obiettivi, si aggiunge una quota notevole di stress nel personale che queste situazioni comportano. A rilevarlo è il rapporto “The Road Ahead: Driving Digital Transformation in T&L”, realizzato da SOTI che gestisce piattaforme in grado di facilitare l’uso delle tecnologie nelle aziende.
Secondo il rapporto, la maggior parte dei professionisti europei utilizza quotidianamente la tecnologia mobile fornita dal proprio datore di lavoro; il 62% usa lo smartphone aziendale ogni giorno e il 16% alcune volte a settimana; il 38% fa uso le stampanti quotidianamente e il 36% più volte alla settimana. Eppure, ogni mese gli stessi lavoratori perdono in media più di 12 ore ciascuno – quasi due giornate lavorative intere – a causa dei guasti a questi dispositivi. Per il 32% dei lavoratori in Europa i problemi tecnologici impediscono il raggiungimento degli obiettivi aziendali
Dal report emerge che più di un quarto (26%) dei lavoratori europei inizia il turno con un dispositivo scarico, perso o non lasciato nel posto previsto. In caso di malfunzionamenti, il 28% di loro riferisce di avere difficoltà nell’identificare il problema e a decidere cosa fare e la stessa percentuale (28%) di intervistati riporta che gli autisti non hanno accesso immediato al supporto IT o alle app di formazione.
Sicurezza stradale e ritardi nelle consegne
Le conseguenze della cattiva gestione dei dispositivi sono molteplici. Come, per esempio, l’attenzione alla sicurezza stradale. Quando il dispositivo di un conducente ha dei problemi, non può accedere agli indirizzi dei clienti o completare le consegne, con conseguenti ritardi significativi e senza un supporto in real-time. Una volta ripreso il percorso, l’autista è però già in ritardo. Per recuperare il tempo perso ed evitare una consegna che non rispetta i tempi, alcuni conducenti si sentono costretti a superare i limiti di velocità. Il 22% di essi dichiara, infatti, di dover aumentare la velocità per recuperare il tempo perso a causa di problemi tecnologici, con tutti i rischi correlati a una guida troppo veloce.
Conseguenze sulla supply chain
Rallentamenti che si ripercuotono su tutta la supply chain: i periodi di inattività prolungati dei dispositivi possono mettere a rischio la catena di fornitura, compromettendo la conformità normativa se non vengono applicate e rispettate adeguate policy di sicurezza; facendo sì che i prodotti non vengano caricati sui veicoli perché le stampanti di etichette non funzionano; impattando sulla gestione dell’inventario se i lettori RFID non riescono a scansionare i prodotti in magazzino; oppure costringendo i lavoratori a ricorrere a soluzioni “manuali” temporanee (come il conteggio dell’inventario a mano), che spesso comportano errori e ulteriori ritardi.
Stress e straordinari alle stelle
Queste situazioni aumentano lo stress. Secondo il report, i tempi di inattività dei dispositivi fanno sentire stressati quasi la metà (46%) dei lavoratori europei. Inoltre, la perdita di ore settimanali spesso porta molte aziende a far fare straordinari ai dipendenti (il 32% ha dichiarato di farli a causa dei ritardi).