Dopo Fiap, anche Fita-Cna insorge contro il provvedimento di Autostrade per l’Italia che da oggi impone il divieto di sorpasso ai mezzi pesanti in A1, nel tratto di 90 chilometri compreso tra Incisa e Chiusi. Contro la misura sperimentale che durerà per il momento 6 mesi, la Fita Cna Toscana ha chiesto l’apertura di un tavolo di confronto con la concessionaria, gli enti locali e le istituzioni «La sicurezza stradale è la nostra priorità assoluta ma il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti su 90 chilometri di A1 ci lascia perplessi – ha detto il presidente di Cna Fita Toscana trasporto merci Mirko Portolano – Incidenti e congestioni sono da attribuire a un’autostrada non adeguata al traffico nel complesso non ai tir. Per risolvere il problema servono importanti interventi sull’infrastruttura, non restrizioni ai mezzi pesanti».
Il divieto di sorpasso esteso per centinaia di chilometri, come sull’ A22 (oltre 300 km) e sul tratto di circa 90 km sull’ A1 non aumenterebbe – secondo la Fita Cna – la sicurezza, ma creerebbe invece nuove e più insidiose criticità. Perché le disposizioni favoriscono gli incolonnamenti di veicoli pesanti, aumentando il rischio di incidenti da stress.
Sull’argomento è intervenuto anche Michele Demi, presidente di Fita Cna di Grosseto oltre che del Cacif di Follonica, sottolineando la criminalizzazione della categoria a seguito del provvedimento. «Ancora una volta – ha detto – siamo costretti ad assistere a un copione doloroso e ingiusto: la criminalizzazione di un intero settore, fondamentale per l’economia e la vita di questo Paese, come conseguenza di una tragedia la cui causa sono ancora da accertare». Il riferimento è all’incidente avvenuto sul tratto in questione sull’A1 il 4 agosto scorso con un tamponamento di un’autoambulanza da parte di un mezzo pesante in cui hanno perso la vita tre persone.
«Siamo profondamente addolorati per quanto accaduto – aggiunge Demi, che in Federtrasporti è anche rappresentante della Divisione Liquido e consigliere della SPA – ma non vogliamo, che questo getti un’onta infamante su un’intera categoria, quella degli autotrasportatori, che ogni giorno garantisce la mobilità delle merci garantendo il funzionamento del paese».
Il nocciolo della questione per Fita Cna è un altro: sono le infrastrutture da “terzo mondo” non adeguate al traffico pesante, né agli standard europei, sulle quali occorrerebbe intervenire il prima possibile. “Il vero problema per la sicurezza e per la fluidità del traffico lungo le nostre autostrade – assicura CNA Fita – non risiede nella manovra di sorpasso dei mezzi pesanti, ma prioritariamente nell’ inadeguatezza delle infrastrutture”.
«A nostro avviso – sottolinea il presidente nazionale di CNA Fita, Michele Santoni – si tratta di una coercizione estremamente pericolosa che, oltre a non risolvere affatto i problemi di sicurezza, li sposta, creando nuove e più insidiose criticità a un settore essenziale, che muove l’85% delle merci in Italia. Questi divieti, imposti senza dare alcuna soluzione alle criticità infrastrutturali, distolgono l’attenzione dai problemi reali senza risolverli. Bisogna invece concentrare gli sforzi sullo sviluppo di infrastrutture adeguate e sulla valorizzazione degli autotrasportatori, una categoria professionale strategica, anziché ricorrere a misure che rappresentano meri strumenti punitivi e non risolvono i problemi, anzi possono aggravarli». CNA Fita chiede pertanto alle istituzioni di ripensare immediatamente i divieti di sorpasso già in essere e di evitare nuove applicazioni di questo genere su altre tratte autostradali.


