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Frodi nella logistica: a Milano ancora un sequestro da 43 milioni per Rhenus

Nel decreto di sequestro firmato dai Pm Paolo Storari e Valentina Mondovì viene descritto lo stesso schema caratterizzato da società serbatoio di manodopera ed evasione fiscale e contributiva a danno dei lavoratori che hanno interessato i grandi nomi della logistica italiana. Sull’argomento è intervenuto il PD promettendo un emendamento per regolare gli appalti non solo nella logistica

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I finanzieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura, nei confronti della Rhenus Logistics Spa, società milanese attiva nel mercato del trasporto e della logistica, per l’importo di oltre 43 milioni di euro. Le indagini, spiega in una nota il procuratore capo Marcello Viola, riguardano “il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera”. Le ipotesi investigative sono molti simili a quelle già riscontrate in moltissime indagini che hanno avuto al centro i grandi nomi della logistica, come BRT, Dhl, Amazon Transport, Ups ecc. e riguardano – si legge nella nota – una presunta “frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti”. Lo scrivono Paolo Storari e Valentina Mondovì nel decreto di sequestro che vede indagati i responsabili della spa, Guido Restelli e Guglielmo Davide Tassone, oltre alla stessa società. In particolare, ricostruendo la “filiera della manodopera”, gli investigatori avrebbero rilevato che “i rapporti di lavoro con la società committente sono stati schermati’ da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società serbatoio), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.

Rhenus Logistics fa capo al gruppo tedesco Rhenus e i suoi maggiori clienti per il periodo 2019-2024, oggetto di analisi, sono risultate due società del gruppo Ikea (che è estranea alle indagini), nello specifico Ikea Italia Retail e Ikea Italia Distribution.

Sulla vicenda sono intervenuti due esponenti del PD, Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd e Arturo Scotto, capogruppo Commissione Lavoro alla Camera puntando il dito contro la catena degli appalti nella logistica che emerge solo “grazie al meritevole lavoro della GdF” e ricordando di aver proposto al governo “con un nostro emendamento, di modificare la norma che permette di affidare appalti anche ad imprese senza sostanza economica, distinguendo in modo più preciso somministrazione di manodopera da attività di impresa, ma non ci ha dato retta. Torneremo all’attacco – promettono – perché, nella sua attuale formulazione, l’articolo 29 c.1 del dlgs 276/2003 rende legittimo un sistema mascherato di intermediazione di manodopera, fonte di uno sfruttamento indecente di un numero rilevante di lavoratori, e non solo nella logistica”. 

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