Veicoli - logistica - professione

HomeLe risposte degli espertiLegalmente parlandoGli straordinari non pagati per 7 anni valgono un risarcimento da oltre 700 mila euro

Gli straordinari non pagati per 7 anni valgono un risarcimento da oltre 700 mila euro

Una sentenza esecutiva del Tribunale di Milano dello scorso 22 settembre ha riconosciuto a 10 autisti un maxi-risarcimento per il mancato pagamento di straordinari, scatti di anzianità e trasferte. I camionisti lavoravano - per conto della Gbf Trasporti che aveva come unico committente la Schenker Italiana - per 11-12 ore al giorno a fronte di retribuzioni pagate per un massimo di 9 ore

-

Settecentotrentatremila e 246 euro. È l’impressionante maxi-risarcimento che 10 autisti di veicoli industriali hanno ottenuto vincendo una causa nei confronti della società di autotrasporto Gbf Trasporti, che opera in appalto per Schenker Italiana spa, la filiale tricolore della multinazionale tedesca DB Schenker
I trasportatori si erano rivolti al giudice per denunciare mancati pagamenti degli straordinari, degli scatti di anzianità e di altre indennità, oltre a “trattenute indebite” in busta paga. Si tratta di una sentenza per certi versi rivoluzionaria, sia per la cifra liquidata che per le motivazioni alla base del giudizio. Oltretutto siamo di fronte a una vicenda piuttosto travagliata, che ha avuto un iter lungo e dibattuto e che solo lo scorso 22 settembre ha visto la sua conclusione. Ma procediamo per gradi.

IL FATTO

I 10 ricorrenti si erano rivolti all’autorità giudiziaria lamentando il fatto di aver lavorato nel trasporto merci, per 7 anni, 11 e a volte 12 ore al giorno sotto la Gbf Trasporti, senza mai ricevere il pagamento degli straordinari e nemmeno di scatti di anzianità, TFR o altre indennità, come quella per le trasferte. Anzi, spesso nelle buste paga comparivano “trattenute indebite” di dubbia natura. La Gbf ha sede a Peschiera Borromeo, nel Milanese, ed è un’azienda da 1,1 miliardi di euro di ricavi, 32 milioni di utile (bilancio 2021) e oltre 1.200 dipendenti.

LA DECISIONE

Il 5 aprile 2023 gli ex camionisti si erano visti riconoscere dal giudice Luigi Pazienza della Sezione Lavoro del Tribunale di Milano la somma sopra indicata, ovvero 733.246,67 euro lordi (fra soldi ai lavoratori e agli enti pubblici che beneficerebbero di imposte e contributi).
Schenker Italiana è stata coinvolta in quanto, secondo il giudice, Gbf Trasporti era la sua unica committente, quindi sussisteva una sorta di rapporto di dipendenza tra gli autisti e la multinazionale tedesca. Più in particolare per il giudice è esistito fra i conducenti e l’azienda un «rapporto di mono-committenza», perché per «tutto il periodo i ricorrenti hanno operato solo per la Schenker con continuità e sistematicità». Nella sentenza si specifica che gli autisti lavoravano 11 o 12 ore al giorno, con una pausa di 15-30 minuti, fatto avvalorato dalla testimonianza di alcuni loro colleghi. E questo a fronte di retribuzioni pagate per un massimo di 9 ore al giorno.
«Parimenti ai trasportatori – precisava la sentenza – spetta anche l’indennità di trasferta, perché è pacifico che questi abbiano svolto attività di trasporto in territorio extra urbano per più di sei ore al giorno».

LE CONSEGUENZE

Nelle settimane successive alla sentenza, che era già esecutiva, la multinazionale non ha adempiuto al pagamento. La DB Schenker è stata quindi raggiunta da un atto di precetto con ordine di pagamento entro 10 giorni, scaduto il 14 maggio e rimasto senza risposta.
Passati tre mesi dalla sentenza senza novità, la banca ha perciò proceduto a bloccare 1.158.725,52 euro su un conto corrente della Schenker in risposta all’atto di pignoramento presso terzi intentato dai legali degli autotrasportatori, di cui uno nel frattempo deceduto (gli sono subentrati la moglie e i due figli).

Ultimo atto lo scorso 22 settembre quando la giudice Maria Rosaria Bernasconi della Terza sezione civile – Esecuzioni mobiliari e immobiliari della Corte d’appello milanese ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei lavoratori, avvalorando la correttezza del procedimento, e firmato il provvedimento per l’esecuzione del pagamento della cifra, che ora è lievitata a oltre 700 mila euro, da ripartire in parte uguali ai ricorrenti.

close-link