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14,3 anni, l’età media dei veicoli commerciali in Italia: ma nell’UE c’è chi sta molto peggio

Il paese con il parco veicolare più giovane - stima l'ACEA - è l'Austria (6,4 anni), mentre la Grecia è quello con il più vecchio (21,2). Fatto sta che su 6,2 milioni di camion nell'UE soltanto lo 0,04% emette zero emissioni. Se si vuole arrivare a 200 mila entro il 2030 bisogna farli aumentare di 100 volte. Ma in che modo?

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Lo diciamo da anni: l’Italia ha il parco veicolare più vecchio d’Europa. La cosa non è completamente vera. In base ai dati diffusi dall’ACEA, Associazione dei costruttori europei di automobili, emerge infatti che il parco di veicoli commerciali medi e pesanti, che complessivamente in Europa ammonta a 6,2 milioni di mezzi e raggiunge un’età media di 13 anni, in Italia tocca i 14,3 anni. Molto al di sopra di Austria (6,4), Francia (9,3), Germania (9,5), Olanda (9,6), Lussemburgo (6,7) e anche Lituania (10,3), ma al di sotto di Grecia (21,2) – che è la vera regina in termini di anzianità veicolare – Belgio (15,8), Repubblica Ceca (17,2), Spagna (14,7).

ETA’ MEDIA DEL PARCO VEICOLARE DELL’UNIONE EUROPEA

Ma il dato su cui riflettere è un altro: di questa massa di veicoli il 98% di tutti questi camion funziona a gasolio e solo lo 0,04%, pari a circa 2.300 mezzi, sono a emissioni zero.

I costruttori di autocarri europei stimano che, per raggiungere gli obiettivi di CO2, circa 200.000 autocarri a emissioni zero dovranno essere in funzione entro il 2030 e, di conseguenza, sarebbe necessario incrementare il loro numero di 100 volte nello spazio di meno di 10 anni. Anche se di fatto la Commissione Europea ha stabilito l’obiettivo di avere circa 80.000 autocarri a emissioni zero in circolazione entro il 2030 e quindi al di sotto di quanto richiesto dal regolamento sulle emissioni di CO2 (-30% di emissioni).

La domanda, a questo punto, diventa: ma sarà possibile entro in così poco tempo produrre uno sforzo così importante? «I produttori europei di autocarri sono impegnati a portare sul mercato autocarri a emissioni zero e nei prossimi anni aumenteranno rapidamente la loro offerta di veicoli a emissioni zero», risponde il Direttore Generale di ACEA, Eric-Mark Huitema – tuttavia, non possono fare da soli un cambiamento così radicale e senza precedenti».

Insomma, per togliere di mezzo quei veicoli così vecchi e per cercare di indirizzare gli acquisti verso camion a emissioni zero è necessaria un’azione politica, comunitaria e dei singoli Stati. E la prima cosa da fare seconda ACEA è quella di istituire pedaggi autostradali parametrati sulle emissioni di CO2 e una tassazione energetica basata sul contenuto di carbonio, oltre che concentrarsi sulla realizzazione di una fitta rete di infrastrutture di ricarica e di rifornimento adatte ai camion.

NUMERI PER CAPIRE

Ecco alcuni numeri, sempre elaborati da ACEA, che aiutano a comprendere anche altri processi in corso:

  • La Polonia con quasi 1,2 milioni di camion è la più grande flotta di autocarri, superando ormai nettamente la Germania (1.010.742). L’Italia, però, conserva ancora il terzo posto (946.393)
  • I furgoni in circolazione nell’Unione europea sono più di 28 milioni. La flotta più nutrita, con circa 6 milioni di veicoli, è in Francia.
  • L’età media dei veicoli commerciali leggeri nell’UE è di 11,6 anni. Quindi sono più giovani dei cugini camion. Tra i quattro principali mercati dell’UE, la Spagna ha il più vecchio parco furgoni (13,0 anni), seguita da vicino dall’Italia (12,6 anni).
  • Quasi il 90% del parco furgoni dell’UE funziona a diesel, solo lo 0,3% dei furgoni nell’UE sono elettrici a batteria.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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