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300 euro al giorno persi a causa delle frane: l’autotrasporto siciliano stanco torna a parlare di fermo

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Sono settimane difficili per l’autotrasporto siciliano. Lo dimostra chiaramente il fatto che nella stessa giornata sia il presidente di Aias, Giuseppe Richichi, sia quello di Aitras, Salvatore Bella abbiamo iniziato a parlare di fermo. Le ragioni sono sostanzialmente analoghe. Le imprese di autotrasporto siciliane continuano a subire perdite che, stando ai calcoli di Aitras, si aggirano intorno alle 300 euro al giorno per via dei viadotti crollati in mezza Sicilia e del calvario da affrontare per raggiungere le navi; se a ciò aggiungiamo che le imprese sono costrette a pagare 40 centesimi/litro in più rispetto ai colleghi del Nord, che lo pagano euro 1,210/litro contro i nostri euro 1,530/litro, direi che oltre al danno si aggiunge la beffa”. Le associazioni siciliane lamentano anche la mancata attivazione del tavolo tecnico Stato-Regione nel quale si sarebbero trattati tanti temi, tra cui soluzioni alternative per le merci in uscita con le autostrade del mare, l’esonero dei divieti di circolazione vigenti per le operazioni di trasporto, estesi anche alle strade regionali e comunali, l’esonero da ogni forma di pedaggio autostradale e l’incentivo per il costo del traghettamento e per le autostrade del mare.

Infine, da ultima è arrivata anche la frana sull’Autostrada Catania-Messina, che ha reso inaccessibile anche la Sicilia orientale. 

A causa di tutto ciò le imprese siciliane sono al collasso e – si legge nel comunicato di Aitras – a breve daranno vita a una serie di proteste in tutta l’isola. E anche l’Aias aggiunge che di fronte a tutto quanto sta accadendo “”preferisce fermarsi“. Non si ipotizzano ancora date, ma si lancia evidentemente un segnale di sfiducia e di stanchezza. 

E adesso, parola al governo…

 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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