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Allarme Trasportounito sui costi autotrasporto: +1,2 miliardi all’anno

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I costi dell’autotrasporto italiano? Letteralmente esplosi, con un aumento di 1,2 miliardi all’anno. È l’allarme lanciato da Trasportounito, sulla base di un’analisi delle principali voci di costo del trasporto merci su strada. Un dato finale che si spiega, tra l’altro, con «l’incertezza ormai endemica sui tempi di pagamento dei servizi di trasporto resi dalle imprese del settore, nonché sulla possibilità di ottenere effettivamente questi pagamenti, senza ricorrere all’onere aggiuntivo dell’assistenza legale».

Secondo Trasportounito «ciascun veicolo industriale che movimenta merci per conto terzi sulle strade italiane risulta gravato da un incremento complessivo dei costi pari a 4.092 euro su base annua, il che significa appunto una bolletta totale di oltre 1,2 miliardi di euro sull’intero parco circolante».

Tra i principali rincari – anche se in gran parte ad andamento variabile e quindi imprevedibili – figurano il costo del gasolio (+ 6% rispetto alla scorsa estate), i pedaggi autostradali (con un aumento medio del 2,74 %, a causa di rincari record su alcune tratte della rete), il personale dipendente e le voci amministrative. Ma il problema numero uno rimane il costo di accesso al credito: «Con spese vive operative che devono essere coperte in tempo reale – spiega l’associazione – gli autotrasportatori incassano quanto di competenza per i servizi di trasporto resi a 90 giorni dalla data fattura, il che significa ben 120 giorni dall’esecuzione del servizio».

Tutti questi aumenti non vengono poi compensati dai ricavi, che «sono aumentati sensibilmente solo in quelle realtà produttive e commerciali in cui il rapporto contrattuale è costantemente collaborativo. Nella maggioranza dei casi però accade l’esatto contrario. Vedi l’incremento di circa il 60% delle spese legali (pari a una spesa di 70 milioni di euro all’anno), sostenute dalle imprese di autotrasporto per ottenere i pagamenti dovuti».

Secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, tutto questo si traduce «in una penalizzazione finanziaria ormai insostenibile, diretta conseguenza di impianti normativi confusi e inconcludenti, di un’organizzazione di sistema che non favorisce quelle forme di razionalizzazione che consentirebbero di contenere i chilometri di viaggio a vuoto, e di una proliferazione ormai incontrollata del cabotaggio stradale, sempre più invasivo in violazione di qualsiasi forma di corretta concorrenza». E aggiunge Giuseppe Tagnochetti dell’associazione che «tende ad allargarsi la forbice fra il prezzo dei prodotti petroliferi e quindi del gasolio, tenuto volutamente alto, e le tariffe dell’autotrasporto, congelate da 15 anni su livelli bassissimi».

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