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Dimezzate le deduzioni per spese non documentate. Le associazioni artigiane: «Per noi è solo un acconto»

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La notizia è arrivata come una doccia fredda, anzi freddissima, ieri sera quando sul sito dell’Agenzia delle Entrate è apparso un comunicato che dava il via alle agevolazioni per gli autotrasportatori anche per il 2015. E in effetti, almeno rispetto al recupero del Contributo al Servizio Sanitario Nazionale versato nel 2014 sui premi di assicurazione per responsabilità civile da veicoli sopra le 11,5 ton, le cose si presentano positive, visto che le imprese di autotrasporto merci (e qui bisogna specificare, sia conto terzi che conto proprio) potranno recuperare nel 2015 fino a un massimo di 300 euro per ciascun veicolo. E tale credito sarà utilizzabile in compensazione tramite modello F24, indicando il codice tributo “6793”.
Per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore oltre il Comune in cui ha sede l’impresa, invece, le cose sono andate maluccio, visto che è prevista una deduzione forfetaria delle spese non documentate (articolo 66, comma 5, primo periodo, del Tuir), per il periodo d’imposta 2014, in misura molto ridotta. Vale a dire:
18,00 euro per i trasporti all’interno della Regione e delle Regioni confinanti. La deduzione spetta anche per i trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore all’interno del Comune in cui ha sede l’impresa, per un importo pari al 35 per cento di quello spettante per i medesimi trasporti nell’ambito della Regione o delle Regioni confinanti;
30,00 euro per i trasporti effettuati oltre tale ambito.

Per fare un raffronto, ricordiamo che lo scorso anno l’importo delle deduzioni all’interno dello stesso Comune dell’impresa erano di 19,60 euro, saliva a 56 per i trasporti in Regione o in Regioni confinanti, per toccare quota 92 euro in altre zone.

Le due associazioni di categoria che hanno tra le loro fila molti trasportatori artigiani non ci hanno messo molto a far sentire la loro voce.

CNA-Fita parla di «tagli che non consentono alle nostre imprese di sopravvivere ed operare correttamente sul mercato» e per questo si chiede «il ripristino delle somme concordate». Ma soprattutto l’associazione presieduta da Cinzia Franchini sottolinea come non sia «tollerabile che un errore di valutazione del Ministero dei Trasporti sulle somme effettivamente necessarie per la copertura di questo capitolo di spesa ricada drammaticamente sulle aziende di autotrasporto, artigiane, italiane. I tempi stringono, e queste somme non possono essere considerate un acconto se il saldo non viene definito nei primi giorni della prossima settimana poiché il 20 agosto è il termine ultimo per la chiusura dei bilanci aziendali e conseguentemente per i pagamenti delle tasse».

Sullo stesso tenore anche le dichiarazioni del presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani che, preso atto «che la nostra richiesta di mantenere invariati gli importi delle deduzioni delle spese non documentate non è stata recepita dal Governo e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti», subito dopo sottolinea con assoluta fermezza che «non condividiamo un taglio così penalizzante per le nostre imprese. Consideriamo questi importi come un“acconto”; ne va della corretta gestione amministrativa delle aziende artigiane del nostro Paese che noi rappresentiamo con orgoglio».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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