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Il fondo sovrano norvegese disinveste da Caterpillar: una scelta storica tra diritti umani, politica e finanza

Il più grande fondo del mondo rompe con la multinazionale statunitense dopo le accuse legate all’impiego dei suoi mezzi nelle demolizioni a Gaza. Una mossa senza precedenti che intreccia etica, diplomazia e interessi finanziari, aprendo un nuovo fronte nel dibattito sulla responsabilità delle imprese

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Sono il sinonimo di escavatore, sono ovunque si costruiscano autostrade o grattacieli, sono gialli e ben visibili ai bordi delle strade di tutto il mondo, sono i mezzi della Caterpillar. Così famosi che anche la Lego ne ha fatto scatole di mattoncini o altri produttori giochi da spiaggia per la gioia dei bambini d’estate. Ma sono anche i mezzi con cui si rade al suolo qualsiasi cosa, o casa. E a Gaza sono utilizzati dall’esercito israeliano per abbattere costruzioni o villaggi. Forse è un po’ troppo.

Quindi il fondo sovrano della Norvegia, il più grande del mondo con un patrimonio che supera i 1.600 miliardi di dollari, ha deciso di ritirare completamente i propri investimenti dalla multinazionale americana Caterpillar. La decisione è stata presa dopo le accuse secondo cui i bulldozer e i mezzi pesanti dell’azienda statunitense sarebbero impiegati dall’esercito israeliano per demolire abitazioni palestinesi a Gaza, in quello che viene denunciato come un uso connesso a violazioni dei diritti umani. Il disinvestimento, pari a circa 2 miliardi di dollari – ovvero l’1,2% del capitale di Caterpillar – rappresenta una svolta significativa. Per la prima volta, infatti, il fondo norvegese applica una misura così drastica nei confronti di una società estera non direttamente collegata al contesto israeliano, ma accusata di fornire strumenti utilizzati in operazioni considerate illegittime dalla comunità internazionale.

Il fondo, alimentato dagli ingenti proventi del petrolio del Mare del Nord, è noto per adottare criteri etici stringenti nelle proprie scelte finanziarie. Negli anni ha escluso aziende coinvolte in produzione di armi nucleari, inquinamento ambientale o violazioni dei diritti dei lavoratori. Tuttavia, il caso Caterpillar segna un precedente particolare: un colosso dell’industria americana viene colpito non per la sua produzione diretta, ma per l’uso che viene fatto dei suoi macchinari in un teatro di conflitto.

La mossa contro Caterpillar arriva pochi giorni dopo un altro provvedimento del fondo norvegese: il ritiro degli investimenti da sei banche israeliane, accusate di contribuire al finanziamento degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Tali colonie sono considerate illegali dalla maggior parte delle istituzioni internazionali, comprese Nazioni Unite e Unione Europea.

Sommati, questi disinvestimenti delineano una strategia coerente del fondo, che mira a garantire che le immense ricchezze accumulate dalla Norvegia non siano associate a pratiche ritenute contrarie al diritto internazionale.

Sul piano economico, la decisione potrebbe avere un impatto contenuto per Caterpillar, che rimane una delle maggiori multinazionali nel settore delle macchine da costruzione. Tuttavia, il peso simbolico è notevole: il fondo norvegese è uno degli investitori istituzionali più autorevoli e le sue scelte spesso influenzano altri grandi attori della finanza globale.

Dal punto di vista politico, la mossa rischia di alimentare tensioni con Washington, dove Caterpillar è considerata un’azienda strategica, e con Tel Aviv, che già aveva criticato il precedente disinvestimento dalle banche israeliane. Allo stesso tempo, la Norvegia rafforza la propria immagine di Paese che mette i diritti umani al centro della politica economica.

La vicenda solleva una domanda: fino a che punto i fondi sovrani e gli investitori istituzionali devono farsi carico delle responsabilità etiche connesse agli utilizzi finali dei beni prodotti dalle società in cui investono? Il caso Caterpillar mostra come l’attenzione non sia più limitata a ciò che un’azienda produce, ma si estenda all’impatto reale dei suoi prodotti in contesti di conflitto e violenza.

Per il fondo norvegese, la strada è ormai tracciata: se l’etica d’investimento diventa parte integrante della politica nazionale, altre aziende potrebbero trovarsi sotto esame. E la pressione dell’opinione pubblica internazionale, specie in Europa, sembra spingere verso una finanza sempre più responsabile.

Cos’è il fondo sovrano norvegese

Conosciuto ufficialmente come Government Pension Fund Global (GPFG), il fondo sovrano norvegese è oggi il più grande al mondo. È stato istituito nel 1990 per gestire e investire i proventi derivanti dal petrolio e dal gas del Mare del Nord, garantendo benessere e stabilità economica alle future generazioni.

Dimensioni: gestisce un patrimonio superiore a 1.600 miliardi di dollari (pari a circa 1,5 volte il PIL italiano).

Strategia di investimento: possiede quote in oltre 9.000 società in tutto il mondo, detenendo in media l’1,5% di tutte le azioni quotate globalmente. Investe inoltre in obbligazioni e immobili.

Criteri etici: il fondo si distingue per una politica di investimento responsabile. Attraverso un apposito Consiglio Etico, esclude aziende coinvolte in: produzione di armi nucleari o mine antiuomo, gravi violazioni dei diritti umani, distruzione ambientale, corruzione o pratiche non trasparenti.

Influenza globale: le decisioni del fondo hanno un forte impatto internazionale. Quando sceglie di disinvestire, spesso altri investitori istituzionali seguono l’esempio, creando pressioni significative sulle aziende interessate.

Chi è Caterpillar

Fondata nel 1925 negli Stati Uniti, Caterpillar Inc. è la più grande azienda al mondo nella produzione di macchine movimento terra e attrezzature per l’edilizia, il settore minerario e l’ingegneria civile. Con sede a Deerfield, nell’Illinois, l’azienda è conosciuta a livello globale per i suoi bulldozer, escavatori, camion da cava e generatori industriali.

Dimensioni: impiega oltre 100.000 dipendenti in tutto il mondo ed è presente in più di 180 Paesi.

Settori di attività: oltre alle macchine da costruzione, produce motori diesel, turbine a gas e fornisce servizi di finanziamento attraverso la divisione Caterpillar Financial.

Peso economico: è una delle società americane più rappresentative, quotata al New York Stock Exchange (NYSE) e inserita nell’indice Dow Jones Industrial Average. Il fatturato ammonta a oltre 67 miliardi di dollari (dati 2023).

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