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Fondo autotrasporto: sui 500 milioni tutto rinviato alla prossima settimana

Nulla di fatto al tavolo delle trattative tra associazioni di categoria e la viceministra Teresa Bellanova. Segno che non esiste un’unanimità di vedute su come procedere alla distribuzione delle risorse. Sarebbe emersa, però, la volontà di non ricorrere al credito di imposta, ma di affidare l’assegnazione all’Agenzia delle Dogane, già in possesso dei dati aziendali

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Quando una trattativa va per le lunghe è evidente che le parti sedute intorno al tavolo non sono del tutto d’accordo. È per questo evidentemente che il confronto avvenuto ieri pomeriggio tra la viceministra alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile, Teresa Bellanova, e le associazioni di categoria dell’autotrasporto non è giunto a conclusione, ma si è semplicemente aggiornato alla prossima settimana. Nulla di buono per le aziende del settore – quelle in particolare attive con veicoli euro V ed Euro VI sopra le 7,5 tonnellate, che hanno ottenuto meno benefici dal taglio delle accise di 25 centesimi, essendo già destinatarie del rimborso di 21 centesimi – che attendono con una qualche urgenza i 500 milioni di euro stanziati dal Fondo per minimizzare l’impatto dell’aumento del costo del gasolio

Anche se, da questo punto di vista, qualche passo in avanti è stato mosso. La viceministra, infatti, ha chiarito che la misura migliore e anche più spedita per mettere le aziende in disponibilità dei sostegni finanziari non sarebbe quella del credito di imposta, già utilizzata in precedenza per contenere gli extracosti di LNG e di Adblue. In alternativa si starebbe studiando la possibilità di assegnare tali risorse tramite l’Agenzia delle Dogane, in quanto è già in possesso dei dati relativi al consumo di gasolio dei primi tre mesi di quest’anno.

In discussione ci sono anche altre tematiche più o meno connesse al gasolio, legate alla conversione del Decreto Ucraina.

CNA-Fita, per esempio, ha richiesto una circolare con cui applicare in maniera più dettagliata le nuove disposizione europee sull’accesso al mercato. Ma anche Anita ha espresso dubbi sul fatto che sia sufficiente a tale scopo un veicolo di qualsiasi classe ambientale e di conseguenza ha richiesto al ministero di verificare in sede europea la possibilità di prevedere una classe Euro in linea con gli orientamenti comunitari sul green deal e sulle politiche nazionali di incentivazione al rinnovo del parco veicolare.
Confartigianato Trasporti
, invece, ha chiesto di introdurre nella norma sui costi in caso di azione giudiziale, «il meccanismo della provvisoria esecutorietà del pagamento del corrispettivo al vettore, come disciplinato dal codice civile».

Molta enfasi è stata posta da CNA Fita anche rispetto alla necessità di intervenire sugli extracosti che registra chi utilizza i traghetti e in prospettiva per i pedaggi autostradali.

Insomma, anche per la settimana prossima è stata preparata tanta da carne da mettere al fuoco.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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