Il Ponte sullo Stretto costa troppo e non convince gli autotrasportatori: gli riconoscono però un’utilità reale, ma non prioritaria. Preferirebbero avere per il Sud più manutenzione stradale, qualche infrastruttura nuova per porti e logistica e un potenziamento della rete ferroviaria. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Uomini e Trasporti sui canali social della testata per interrogare il popolo della rete, perlopiù autotrasportatori, sul dossier che ha caratterizzato il dibattito politico del 2025, cavallo di battaglia del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Quindi il sondaggio realizzato dalla nostra testata non ha velleità scientifiche, ma punta a testare il sentiment del settore in merito a un progetto tanto ambizioso che coinvolge anche l’assetto trasportistico del Mezzogiorno, incidendo sulla capacità logistica e sui flussi delle merci.

Il 57% di chi ha risposto al sondaggio online dichiara di non essere favorevole al progetto del valore di 13,5 miliardi di euro, protagonista nell’anno che sta per concludersi di diversi stop and go alla base di divisioni e contrapposizioni tra partiti politici, poteri dello Stato, opinion leaders e movimenti culturali. Il primo rinvio è arrivato lo scorso gennaio quando è slittato il via libera del Cipess a causa di aspetti ambientali da chiarire. Ad agosto è poi arrivata l’approvazione del progetto definitivo da 13,5 miliardi aprendo ufficialmente la fase realizzativa con l’annuncio di aprire i cantieri già in autunno e completare l’opera entro il 2032-2033. Ma proprio in autunno è arrivato lo stop della Corte dei conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera Cipess puntando il dito contro il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Mit e la concessionaria “Stretto di Messina SpA”, ritenuto incompatibile con norme Ue su modifiche contrattuali e procedure. Questo ha indotto il governo a riprogrammare nella legge di Bilancio parte dei fondi destinati al Ponte posticipandoli al 2033.

Insomma, un destino tormentato per un progetto che ha cominciato ad affascinare gli italiani da molto tempo, con le prime stesure subito dopo l’Unità d’Italia. Ma qual è oggi il maggiore ostacolo alla realizzazione? Lo abbiamo chiesto in rete: il 38% ha indicato il costo alla base delle difficoltà, subito dopo con il 24% delle preferenze arrivano i tempi (troppo lunghi), il 21% ha risposto che la frenata è dovuta a questioni ambientali e solo il 17% ritiene che non venga realizzato perché privo di utilità reale.

Quindi seppure il collegamento tra la Calabria e la Sicilia sarebbe utile all’autotrasporto e alla logistica, il 44% di chi ha risposto online ritiene che la priorità per il Sud sia la manutenzione delle strade e autostrade esistenti, il 22% ritiene che sia utile un potenziamento della reta ferroviaria e un altro 22% indica la logistica portuale in cima all’agenda e solo il 12% crede che il Ponte sia la reale priorità per il Sud.


