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Le iniziative europee targate Federtrasporti. Ricuciamo l’autotrasporto

A Belgrado, lo scorso 17 novembre, si è svolta l’ultima Assemblea generale del 2022 di Uetr, associazione europea del trasporto merci su strada. Un momento positivo di confronto tra Est e Ovest per individuare azioni condivise che permettano di superare le criticità attuali del settore. E nella prossima primavera si replica a Bologna, presso la sede Federtrasporti

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Lavorare insieme con un approccio comune e unitario, per affrontare i principali problemi dell’autotrasporto a livello europeo e ricucire i rapporti tra Est e Ovest dopo lo «strappo» diplomatico del Pacchetto Mobilità. È stato questo l’obiettivo dell’ultima Assemblea generale del 2022 di Uetr, associazione europea del trasporto su strada, che si è tenuta il 17 novembre scorso a Belgrado, in Serbia. L’incontro, ospitato dall’associazione serba MT, ha visto la partecipazione delle associazioni degli otto Paesi affiliati all’Uetr (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Serbia, Spagna). Per l’Italia, erano presenti all’incontro le associazioni di categoria Assotir, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, oltre a Federtrasporti in qualità di membro osservatore esterno. All’assemblea è seguita una tavola rotonda allargata ai membri dei Paesi del blocco orientale (Bulgaria, Romania e Ungheria) che negli ultimi anni erano usciti dall’Uetr proprio in seguito a discordanze di visione sul Pacchetto Mobilità, dossier legislativo molto divisivo in ambito europeo, in particolare rispetto alle nuove regole su cabotaggio e obbligo di rientro dei veicoli nel Paese di immatricolazione ogni otto settimane. La tavola rotonda è stata quindi l’occasione per condividere, scambiare esperienze, soluzioni e punti di vista, e cercare convergenze su proposte concrete da sottoporre a Bruxelles. 

I temi caldi sul piatto

L’importanza di un approccio sinergico è stata sottolineata dal presidente di Uetr, Julio Villaescusa, che in apertura dei lavori ha ricordato come temi chiave come il caro carburante, la crisi energetica e la carenza di autisti stiano colpendo trasversalmente tutte le imprese di trasporto europee, da Ovest a Est. Sulla mancanza di conducenti, per esempio, Uetr ha stimato che in tutta Europa nei prossimi anni mancherà circa un milione di autisti. Il picco, stando alle previsioni, dovrebbe arrivare nel 2026, quando circa il 30% dei conducenti che attualmente ha più di 55 anni andrà in pensione e oltre la metà dei posti di lavoro non sarà occupata da un adeguato ricambio generazionale. Per questo, nel corso dell’assemblea, si è dibattuto su come rendere più attrattiva la professione ai giovani, avanzando proposte in merito. Tra le principali, quella di riformare il sistema di insegnamento degli istituti professionali, prevedendo corsi dedicati a logistica e trasporto merci così da mostrare ai giovani tutte le varie possibilità offerte dal settore. Interessante la testimonianza apportata da una società croata, che per elevare l’appeal dell’autotrasporto ai più giovani ha ridotto la giornata lavorativa sia in termini di ore che di percorrenze chilometriche, facendo viaggiare i camion via strada solo sulle tratte nazionali oppure tramite soluzioni intermodali (facendo la spola con il terminal ferroviario nel porto di Fiume), mentre per quanto riguarda le tratte internazionali ha optato per il treno o la nave, risparmiando così anche carburante e abbattendo le emissioni in prospettiva di ricevere premi e/o incentivi alla sostenibilità. Il segretario generale dell’Uetr, Marco Digioia, ha ricordato a tal proposito come anche l’Italia abbia messo in campo la legge che finanzia l’intermodalità (Marebonus e Ferrobonus) con incentivi per incoraggiare le aziende al passaggio del trasporto merci dalla strada alla ferrovia, nell’ottica di una sempre maggiore quota intermodale. «Questa legge però – ha sottolineato Digioia – non viene ben applicata. Il premio dovrebbe andare a tutti gli attori coinvolti, in modo da essere un vero incentivo per tutte le modalità, anche su gomma. A ogni modo la soluzione italiana potrebbe essere una best practice da migliorare e da prendere a livello UE come strumento di riferimento per spingere all’intermodalità».

Tra gli altri temi sul tavolo del confronto, il caro gasolio, le cui prospettive in termini di prezzi rimangono incerte in Europa per via del contesto geopolitico internazionale molto delicato. Da qui, la necessità di inviare una richiesta a Bruxelles sulla rimozione del tetto di 30 centesimi al litro come limite massimo dello sconto sulle accise sui carburanti. Si è discusso, poi, del problema dei tempi di attesa al carico e scarico, questione spinosa da regolamentare in modo uniforme anche perché non è semplice trovare convergenze di vedute. La Spagna, per esempio, ha di recente attuato una legge che impone il divieto ai camionisti di caricare e scaricare merci (di fatto vengono distinte le professioni di autotrasportatore e carrellista/scaricatore), ma una soluzione del genere in altri paesi non è considerata praticabile per via di pressioni da parte della committenza.

In primavera un nuovo incontro a Bologna

Al termine dell’incontro, le associazioni presenti dei Paesi dell’Est e dell’Ovest hanno convenuto di ripetere confronti di questo tipo, con l’obiettivo di individuare per le criticità attuali che stanno attraversando le imprese di autotrasporto ulteriori soluzioni condivise. Al Consiglio di amministrazione dell’Uetr, Federtrasporti ha presentato con successo la propria candidatura a ospitare l’Assemblea Uetr della primavera 2023, che si terrà in Italia, a Bologna, nella seconda metà di maggio.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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