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Recovery Fund: per Fedespedi le priorità sono: digitalizzazione, connettività e sostenibilità

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Digitalizzazione, connettività e sostenibilità. Queste secondo Fedespedi(Federazione nazionale delle Imprese di Spedizioni internazionali) le priorità per il programma di spesa che l’Italia dovrà presentare in Europa entro il 15 ottobre.

Ne he fermamente convinta Silvia Moretto, presidente della federazione che commenta «I tempi sono stretti ma siamo davanti a una grande opportunità. Occorre essere concreti e portare avanti istanze che possano giovare alle imprese di spedizioni e a tutti i comparti della catena logistica con ricadute positive per il Paese. Sappiamo, infatti, che alla logistica si deve il 9% del Pil del Paese ed è il motore del nostro import-export». 
L’emergenza sanitaria creata dal Covid19 ha resto ancora più palese e urgente avviare un processo di digitalizzazione per «snellire i processi e rendere disponibili documentazioni da remoto». Le procedure attuate nel periodo del lockdown, magari improvvisate per gestire l’emergenza, secondo la Moretto devono essere adeguatamente pianificate e diventare la prassi «Le imprese di spedizioni sono gravate da innumerevoli adempimenti burocratici – aggiunge – Uno scambio documentale snello con gli altri operatori e con le autorità pubbliche di interfaccia ci farebbe guadagnare in termini di efficienza e servizio reso alla clientela. Naturalmente perché ciò sia possibile occorre avere un sistema di connessioni adatto e in questo senso i fondi europei possono fare la differenza».

Occorre fare presto «ed evitare la stasi nella fase della concretizzazione che caratterizza, purtroppo, la progettualità italiana» puntando alla realizzazione del piano del MIT Italia Veloce che si muove, a parere della federazione, nella giusta direzione. «Con un sistema di connessione tra gli hub logistici del Paese all’avanguardia possiamo garantire, infatti, che le merci in export partano dai nostri porti e aeroporti, evitando trasferimenti su strada verso il Nord Europa. Questo ci permette anche di liberare le arterie stradali e snellire il traffico su gomma che pone problemi in termini di sicurezza e impatto ambientale».
Un programma di rilancio deve essere anche sostenibile ambientalmente. Occorre predisporre per le aziende «incentivi per progettare e realizzare soluzioni a basso impatto» che vadano a ridurre i rifiuti e le emissioni.
Questi processi richiedono una adeguata formazione tecnica «vitale per il nostro settore» e che «mira a adeguare le competenze alle necessità della società. Queste oggi non possono che essere digitalizzazione e sostenibilità nella consapevolezza che l’innovazione tecnologica può essere anche lo strumento attraverso cui implementare soluzioni a basso impatto ambientale».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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