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Attivato corridoio doganale veloce tra Gioia Tauro e Interporto Bologna

Lo scalo calabrese, da sempre porto di transhipment, potrebbe cambiare connotati logistici. Perché dopo la realizzazione del gateway ferroviario, adesso beneficia di un fast corridor, con cui è possibile trasferire merce extra-europea direttamente nell’hub emiliano per fare qui le pratiche di sdoganamento, così da saltare colli di bottiglia burocratici o intasamenti in banchina. A gestire la tratta ferroviaria – in un’operazione sinergica tra AdSP dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio e Agenzia delle Dogane, c’è Medlog, società in orbita MSC che nel 2023 conta di arrivare a muovere mille treni

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La digitalizzazione avanza nella logistica con piccoli passi. Quello avvenuto nei giorni scorsi è un po’ più significativo, perché riguarda l’attivazione di un nuovo fast corridor doganale realizzata lungo una tratta ferroviaria di 1.000 km che collega due infrastrutture di enorme rilievo in questo mondo, vale a dire il porto di Gioia Tauro e l’interporto di Bologna. Non a caso il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, sottolinea come la nuova infrastruttura digitale «rafforza ulteriormente la leadership del porto calabrese a livello italiano e nel Mediterraneo, in quanto permette alla merce di arrivare a destinazione in modo rapido e controllato». Ma soprattutto tramite questa porta digitale privilegiata diventa possibile trasferire la merce con origine extra-europea, in entrata in Italia attraverso il porto di Gioia Tauro, direttamente nell’hub intermodale di Bologna dove saranno effettuare le pratiche di sdoganamento. E così facendo si aggira quel ritardo generato dai colli di bottiglia, derivanti dalla congestione che si crea sulle banchine portuali o nelle procedure doganali.

Sottolineiamo, inoltre, che seppure non sia il primo fast corridor in Italia – ne sono attivi 22, 15 su ferro e 7 su strada, movimentando circa 20 mila container ogni anno – è comunque il primo che connette un porto del Mezzogiorno. Gli altri infatti funzionano tra i porti di Genova, La Spezia e Ravenna e i terminal di Rivalta Scrivia, Melzo, Padova, Rubiera, Marzaglia e Bologna. Ma d’altra parte fino a non molto tempo fa Gioia Tauro non disponeva di un raccordo ferroviario, che poi l’Autorità di Sistema portuale ha deciso di progettare, costruire e collaudare in appena quattro anni, con una spesa per la parte pubblica di poco più di 19 milioni di euro su 20 preventivati e che adesso collega il porto, oltre che con Bologna, anche con Nola, Bari e Padova, tramite nove coppie di treni al giorno, pari a 900 treni all’anno (nel primo semestre 2022 sono stati 423), anche se – come annuncia Agostinelli – «nel 2023 il numero di treni in arrivo e in partenza nello scalo di Gioia Tauro avrà un ulteriore aumento, che amplificherà il ruolo dello scalo calabrese da piattaforma di transhipment ad hub intermodale, in linea con le politiche perseguite dal Governo nella promozione del trasporto delle merci con modalità più sostenibili».

Ricordiamo che il gateway occupa una superficie di 325 mila metri quadrati, i nuovi binari hanno una lunghezza complessiva pari a 3.825 metri e aste da 825 metri ciascuna, che consentono di fare partire convogli di lunghezza pari a 750 metri
Il nuovo fast corridor nasce poi grazie alle sinergie attivate oltre che con l’Autorità di Sistema portuale e con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con la società Medlog, realtà della galassia MSC, che gestirà il viaggio e fungerà da Mto, contando di arrivare a riempire da subito 600 treni, movimentando su ferro circa 26 mila Teu, per poi salire fino a mille nel 2023. Inutile sottolineare che tutto ciò cambierà i connotati del porto di Gioia Tauro, da sempre porto di transhipment, ma maturo ora anche per operazioni logistiche ulteriori.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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