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Possibile taglio al recupero accise. Russo: «Se fosse concreto, si potrebbero sacrificare gli euro 1»

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Quando in televisione non c’è nulla di nuovo, spesso si torna a vedere qualcosa di già visto. È la descrizione di quanto avviene in queste settimane nell’autotrasporto. Al governo, come lo scorso anno (ma a dire il vero anche nel precedente e in quello prima ancora) non tornano i conti. E così – come già altre volte in passato – si rivolge a un esperto, a un «tagliatore» di professione. Non si chiamerà spending review, ma comunque la sostanza rimane la stessa. E come in passato, appena l’esperto assume l’incarico cominciano a circolare voci minacciose di tagli stratosferici previsti. E come in passato anche stavolta questi tagli dovrebbero interessare l’autotrasporto. In che modo? Stando alle indiscrezioni il taglio al settore ammonterebbe a circa 440 milioni, ottenuti sforbiciando 350 milioni il recupero delle accise e 90 le spese non documentate per l’imprenditore artigiano.

Sembra un’ipotesi plausibile? «Siamo ancora a livello di voci – ci risponde Pasquale Russo, segretario di Fai-Conftrasporto – nel senso che al momento attuale non è stata ancora avanzata una proposta concreta rispetto ai tagli». Ciò non toglie che la vicenda turbi ugualmente i sogni delle associazioni di categoria, tanto è che fin d’ora prospettano, nell’eventualità di un’offensiva concreta, una possibile arma difensiva.
Quale per esempio? «Di fronte al rischio di subire un taglio generalizzato, che colpisce tutti indistintamente – prosegue Russo – sarebbe meglio chiedere il sacrificio di una parte soltanto degli interessati. Che, sulla scorta di quanto accaduto lo scorso anno, quando cioè la prospettiva di un taglio generale del recupero delle accise venne scongiurata eliminando il recupero stesso ai veicoli euro 0, potrebbe essere quella di toglierlo ai veicoli euro 1».
Anche perché – anticipa Russo – una parte di quei 250 milioni che lo Stato ha stanziato per l’autotrasporto nel 2015 dovrebbe servire proprio a rinnovare il parco veicolare, che ha raggiunto un’età media di 11 anni. E di fronte alla prospettiva di non prendere più il recupero dell’accisa e di essere incentavati all’acquisto, tanti proprietari di veicoli euro 1 potrebbero convincersi è che giunto il momento di cambiare il proprio mezzo.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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