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Tassazione dell’autotrasporto in Europa: secondo l’Ocse l’Italia non è tra i paesi più cari

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La pressione fiscale sull’autotrasporto italiano è superiore a quellidi altri paesi europei? Secondo l’OCSE non è così vero, anzi valutando tuttauna serie di parametri – tasse sul possesso dei veicoli, accise carburante,tasse di esercizio e pedaggi – pone l’Italia in una fascia media, quasitendente al basso. Per la precisione l’Ocse, nel documento «Road haulagecharges and taxes» (discussion paper 2013, n. 8), ha comparate le tassazionirelative a un veicolo standard (un trattore-semirimorchio da 2+3 assi da 40tonnellate ed emissioni Euro 4) al fine di valutare il livello di armonizzazionefiscale tra 29 paesi europei. 

Rispetto alla tassa di possesso il livello medio è di 1.417 euroall’anno, con oscillazioni però molto consistenti tra paese e paese. In Italiaè di 825 euro l’anno (livello medio, perché la sua definizione non è statale maregionale), mentre in Irlanda schizza a quota 4.833 euro, mentre in Slovenia –in cui non esiste una tassa che abbia tali caratteristiche – il valore si fermapraticamente a «zero». In Germania tale tassa risulta scontata per chi dispone diveicoli euro 5. 
Riguardo alle accise sui carburanti,visto il livello minimo fissato a livello europeo di 0,33, il livello deidiversi paesi oscilla tra 0,40 e 0,50 euro per litro. Vanno più su il RegnoUnito e la Svizzera, con 0,72 e 0,63 euro, l’Italia si ferma a 0,44 euro allitro, quindi nella media.  
Rispetto ai pedaggi, il computo appareun po’ complicato. Premesso che le eurovignette esistono soltanto in cinquepaesi (Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca e Svezia), l’Ocse ha conteggiatoche nel complesso il mercato dei pedaggi di accesso alle reti per il trasportostradale vale circa 10 miliardi di euro ogni anno e che in media l’ammontarenetto dei pedaggi pagati per km è di 0,20 euro. In Svizzera si va molto più in alto (0,61 euro/km), mentre in Lussemburgo, Lettonia, Lituania e Romania si scende intorno allo 0,11 euro/km. L’Italia viaggia intorno allo 0,13 euro/km.  Rispetto al costo per tonnellata/km, invece, l’ammontare netto pagato per pedaggi e diritti fissi è pari a 0,005 euro a ton/km.
Anche se in questo settore può esserecomplicato valutare un costo medio, un po’ perché esistono scaglioni di scontopiù o meno rilevanti, un po’ perché bisognerebbe valutare anche cosa si compracon l’accesso alla rete e quindi verificare anche la velocità media a cui l’infrastrutturaconsente di viaggiare. E l’Italia da questo punto di vista non fa faville. Senzaconsiderare l’impatto che sui pedaggi producono i transiti alpini, che di fatrasporto internazionale in Italia non può praticamente evitare.
In conclusione, valutando tutti i dati, ll’OCSE stima che un’impresa di autotrasporto paghi 84 euro per trasporto nel Paese di registrazione. I più bassi livelli di imposizione si registrano in Romania, Lettonia e Lituania, con un carico per viaggio di 44 euro, mentre i paesi con il carico fiscale più elevato sono Gran Bretagna, Cechia, Germania, Austria e Svizzera, con un valore per carico superiore ai 100 euro. E l’Italia non compare in questo gruppo ma staziona intorno alla media. Se può essere una consolazione…
Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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