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Allarme pomodoro, un trasporto sempre più a rischio?

Prima un conducente perde la vita nel ribaltamento del suo mezzo, poi un altro autista viene beccato con un cronotachigrafo alterato. In entrambi i casi il camion era carico di pomodori, un trasporto caratterizzato da ritmi frenetici e scarsi margini che portano a conseguenze negative e spesso dolorose

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Da meno di un mese è partita la campagna del pomodoro e questo protagonista delle nostre tavole lo è diventato purtroppo in negativo anche della cronaca locale. È infatti un camion che trasportava cassoni di pomodori quello coinvolto in un mortale incidente stradale sulla A16 Napoli-Canosa, nel territorio del comune di Tufino, così come è un autocarro adibito allo stesso tipo di trasporto quello che utilizzava un cronotachigrafo alterato nella zona di Roma Sud, fermato e pesantemente sanzionato dalla Polizia di Stato.

Per quanto riguarda il primo episodio, in particolare, l’autotreno si è ribaltato lo scorso sabato al km17 in direzione Napoli, invadendo l’altra carreggiata e provocando il decesso del conducente, un uomo di 59 anni di San Giuseppe Vesuviano.

Il cronotachigrafo alterato scovato dalla Polstrada, invece, non è la tradizionale semplice calamita sul sensore del differenziale, ma un meccanismo elettronico accuratamente nascosto nella cabina di guida dell’autoarticolato, metodo peraltro non nuovo e facilmente scoperto dagli agenti in officina. Si tratta per la precisione di un sensore di movimento occultato, comandato da un telecomando nascosto nella cabina e in grado – appunto – di alterare i tempi di guida dell’autista. Una “furbata” che è costata al guidatore una multa di oltre 1700 euro, con ritiro della patente, la successiva sospensione della stessa da 15 giorni a 3 mesi e la decurtazione di 10 punti.

Perché mettiamo in collegamento questi due episodi, sicuramente di diversa gravità ma uniti dalla tipologia di trasporto? Perché pensiamo che potrebbe non essere un caso che alla base di entrambi ci sia la campagna del pomodoro. Il trasporto del delicato frutto è infatti estremamente concentrato nel tempo e basato anche su ritmi molto stretti di lavoro e scarsissimi margini, dato che tanto più si attende dal momento della raccolta a quello della lavorazione, tanto più la passata diventa maggiormente acida e quindi di minore qualità. I ritmi diventano quindi più frenetici e per fare prima c’è chi tiene sul piazzale dei veicoli precedenti al 2006, l’anno cioè in cui venne introdotto il tachigrafo digitale e con cui è molto più facile eludere la normativa. Ovvio che se poi qualcuno non dispone di tali mezzi a quel punto si ricorre agli stratagemmi illegali del tipo riscontrato nella sanzione di Roma.

Tutto questo è ovviamente il presente. Fino a qualche decennio fa una campagna intensiva – forse più le barbabietole che il pomodoro – consentiva di poter ammortizzare i costi del veicoli quasi con una compagnia. Oggi, al contrario per riuscirsi a stare dentro bisogna oltrepassare la soglia della legalità.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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