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Un MAN TGX 18.510 alla LCT. La New Generation spiegata da chi ci lavora

Il primo MAN della nuova generazione arrivato in Italia lo ha acquistato la Luigi Cozza Trasporti di Catania. Li abbiamo contattati per farci raccontare le ragioni della scelta e i riscontri ottenuti nei primi ventimila chilometri. Ecco le risposte dell’amministratore delegato e dell’autista che lo guida ogni giorno

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L’uscita della New Generation MAN sul mercato è stata ostacolata dal contemporaneo arrivo della pandemia. Così, la casa bavarese, costretto ad annullare i tanti eventi in programma per il lancio ufficiale, ha pensato bene di cambiare strategia in corsa e di far conoscere i nuovi veicoli alle aziende di autotrasporto mettendoli direttamente nella loro disponibilità. L’operazione ha dato i frutti sperati: in molti, dopo averli provati, hanno ordinato i TGX di ultima generazione convinti del prodotto e delle sue potenzialità. Così è stato per la Luigi Cozza Trasporti (LCT) di Catania che, a seguito della prova, non solo ha acquistato il veicolo testato, ma ne ha anche ordinati altri cinquanta.

IL GIUDIZIO DEL TITOLARE

Pietro Sciuto è amministratore delegato della LCT, azienda catanese con quarant’anni di storia alle spalle e con una flotta di 290 trattori stradali, una quarantina di motrici e 2.000 semirimorchi. Anche in passato avevo scelto MAN in quanto giudica i camion del leone «robusti, affidabili e parsimoniosi anche nei consumi». Dopo aver provato un TGX di nuova generazione ha deciso di ordinarne altri 50

La LCT vanta una storia quarantennale. Fondata nei primi anni Ottanta e guidata da tre generazioni della famiglia Cozza, l’azienda siciliana nel tempo è cresciuta esponenzialmente. Attualmente dispone di una flotta di 290 trattori stradali, più una quarantina di piccole motrici e 2.000 semirimorchi, divisi tra centinati, casse, frigo e scarrabili. «La nostra flotta è costantemente aggiornata con mezzi di ultima generazione di tutte le marche – spiega Pietro Sciuto, amministratore delegato dell’azienda – perché da sempre siamo molto attenti all’ambiente. E anche per questo i nostri servizi sono effettuati esclusivamente facendo ricorso all’intermodalità strada-mare e quindi alle autostrade del mare».
La presenza marchio del Leone in flotta non è una novità attuale, ma è il frutto di una lungo rapporto. Il perché è presto detto: «I loro truck sono robusti – spiega Scinto – affidabili e parsimoniosi anche nei consumi. Quindi quando MAN Italia ci ha proposto di provare il TGX della nuova generazione abbiamo accettato di buon grado. E fino ad oggi non ci possiamo lamentare».

PAROLA AL CONDUCENTE

Giovanni Viscuso, 38 anni, guida il camion da sempre. «La passione l’ho ereditata da mio padre – racconta – quando avevamo una piccola ditta di autotrasporto. Poi purtroppo con il passare del tempo i costi di gestione sono diventati insostenibili e così abbiamo deciso di chiudere. Così, da cinque anni lavoro come dipendente per LCT».
Il TGX gli è stato assegnato appena arrivato in azienda; purtroppo troppo tardi per poter far tesoro dei consigli dei formatori di MAN Truck & Bus Italia, in quanto tutti i corsi erano stati interrotti a causa della pandemia. Giovanni, quindi, si è dovuto dedicare allo studio, ha letto quattro libretti di istruzioni soprattutto per comprendere tutte le funzionalità tecnologiche del veicolo, ma oggi si trova molto bene nella guida del veicolo. «Sia chiaro – puntualizza – è il primo MAN che guido. Prima, a essere onesto, non mi convinceva molto, soprattutto a causa dell’estetica un po’ anonima e squadrata. Adesso mi sono ricreduto: questa nuova generazione è molto bella e anche l’interno della cabina è curato sin nei minimi particolari. Secondo me i progettisti l’hanno disegnato con qualche autista vicino che spiegava loro le proprie esigenze. Lo si capisce in particolare dalla curva avvolgente seguita dalla plancia verso il lato guida. Oppure dalla disposizione di tutti i comandi, sempre sistemati a portata di mano e sempre di facile intuizione».

Un prezioso supporto a Giovanni è arrivato invece dalla App MAN Driver, anche perché propone on line un intero manuale di istruzioni, ma – spiega l’autista – «il vantaggio è quello di poter ottenere istruzioni soltanto inquadrando con la fotocamera dello smartphone un comando che non conosci. L’idea è buona, ma penso di aver comunque imparato di più dai manuali».
Passando poi in rassegna i diversi momenti e funzionalità del veicolo, Giovanni promuove a pieni voti la comodità e l’ergonomicità del posto guida, trova «comodissimo lo SmartSelect, il mouse con rotatori con cui gestire l’intero menu del sistema di infotainment: in pratica, senza distogliere lo sguardo dalla strada, lo giri tenendo comodamente il braccio appoggiato sul bracciolo destro del sedile di guida». Rimandata invece la regolazione del volante, non perché non abbia ampio gioco, ma «perché regolandolo in altezza, se lo tiri troppo in basso, non riesci più a vedere le frecce».
Rispetto ai consumi, invece, si dice soddisfatto, anche perché è convinto che potranno ancora migliorare. Di media percorre 5-600 km giornalieri per spostarsi, almeno nelle ultime settimane, da Catania a Caserta. «Viaggiando sempre a pieno carico e affrontando anche parecchi saliscendi, ho tenuto una media di 3,2 km/litro. Non posso dire che consumi molto, anche perché, come tutti i camion, soprattutto quando sono nuovi tendono a consumare qualcosa di più. E quindi penso che dopo i 60 mila km circa andrà a consumare meno, anche perché pure io sarò in grado di sfruttarlo al meglio».

IL MOTORE D26?
IN SALITA UNA BOMBA

Dietro un tale presentimento ci sono comunque elementi concreti. Già oggi, quando l’autista della LCT riferisce del motore prova un certo entusiasmo, definisce «il nuovo motore D26 generosissimo, dotato di una coppia che spinge fin dai bassi regimi». E «anche in salita – ci incalza – è veramente una bomba, merito anche del nuovo cambio automatizzato a 14 rapporti MAN TipMatic, uno ZF di ultima generazione molto ben rapportato. Se impari a utilizzare bene le varie funzioni si riesce a sfruttare al meglio ogni situazione di marcia». Chiediamo lumi e così Giovanni inizia a spiegare che il programma Fleet, per esempio, «è studiato per percorsi autostradali con cambi di marcia ottimizzati e, per risparmiare carburante, ti impedisce di passare rapidamente a marce inferiori con la funzione di kick-down. Il programma Profi, invece, permette di gestire il mezzo come meglio credi, di cambiare manualmente e di utilizzare anche il kick-down. Con il programma Drive Performance, poi, diventa una formula 1, con accelerazioni “brucia semaforo“ e cambiate rapidissime. Ovviamente va usato poche volte, come per esempio per chiudere un sorpasso. Infine, la modalità Off Road è consigliata su impegnativi fondi sdrucciolevoli o su salite difficili. Però permette di lavorare solo in manuale».

GUERRA AGLI ANGOLI CIECHI E VISIBILITÀ DA 10 E LODE

«L’interno della cabina è curato sin nei minimi particolari – afferma l’autista della LCT, Giovanni Viscuso – Secondo me i progettisti l’hanno disegnato con qualche autista vicino che spiegava loro le proprie esigenze. Lo si capisce dalla curva avvolgente seguita dalla plancia verso il lato guida. Oppure dalla disposizione di tutti i comandi, sempre sistemati a portata di mano e sempre di facile intuizione».

Andiamo a parlare di sicurezza. E qui c’è un po’ l’imbarazzo della scelta, visti i tanti dispositivi elettronici per l’assistenza alla guida presenti sul TGX. «Quello che più mi piace – ci tiene a precisare Giovanni – è quello che segnala gli angoli ciechi. Quando sei in sorpasso, per esempio, si accende la spia sullo specchietto per tutta la durata della manovra. Così anche in caso di nebbia, quando la visibilità è scarsa, quando vedi che la luce non lampeggia più, vuol dire che puoi rientrare senza pericolo di urtare il veicolo appena superato». E qui il nostro autista suggerisce anche una piccola utile modifica. A suo parere, cioè, «i sensori sono montati troppo in basso e quando piove in modo violento gli schizzi d’acqua sono percepiti come ostacolo e quindi si accendono le spie come se qualcuno stia passando accanto al veicolo».

«Bellissima la nuova plancia con il cruscotto digitale e lo SmartSelect, il mouse a ruota con cui gestire il menu del sistema di infotainment. Unico neo appuntato da Giovanni: «Il volante regolabile in altezza, se lo tiri troppo in basso, non vedi più le frecce».

Per il resto Giovanni sostiene che i dispositivi come la frenata d’emergenza, il mantenimento della distanza di sicurezza e quello della corsia, sono di certo utili, ma vanno gestiti con parsimonia, vale a dire quando servono. «Perché – argomenta – ritengo che troppe “comodità” possano indurre alla distrazione o magari all’incapacità di reagire nel caso in cui qualcosa non dovesse funzionare come deve».
Sotto il capitolo sicurezza piuttosto l’autista catanese tende a mettere altri elementi, che trova decisamente funzionali. Tra questi «un plauso particolare va alla visibilità, garantita con qualsiasi altezza del sedile e anche in manovra dai grandi spazi vetrati e dai nuovi specchi. E poi di notte arrivano in aiuto i fanali a LED autoraffreddanti che illuminano la strada a giorno. Se a tutto questo si aggiunge l’illuminazione esterna full LED, a questa voce va dato un rotondo 10 e lode!».

CONFORT
IN CABINA

Non abbiamo ancora detto che la versione della cabina del TGX di proprietà della LCT è la più grande in assoluto, la GX extra alta. Giovanni la definisce «curatissima in ogni dettaglio, ricca di gavoni e ripostigli: pensate che io, che rimando fuori due settimane di seguito, riesco a infilarci dentro tre valige».

Giudizio lusinghiero anche per la zona notte, dove il letto con doghe in legno viene ritenuto «largo e comodissimo». È a rilascio lento, invece, il materasso che a prima vista lascia un po’ interdetti, in quanto appare molto basso. «E invece – si è dovuto ricredere – non pensavo fosse così comodo, anche rispetto al fatto che hai a portata di mano prese USB e pulsantiera per comandare il Webasto e altre funzioni».
La vera chicca, però, è il sedile del passeggero girevole: «Quando la sera lo punti verso la TV montata (di serie su questo modello) sul lato sinistro della cabina, sembra di stare nel salotto di casa. In più se devi utilizzare il computer, si ripiega in avanti lo schienale e si trasforma in una vera e propria scrivania con tanto di prese elettriche.
Tra i due sedili ci sono un frigorifero e un gavone porta oggetti, entrambi comodissimi. Magari avrebbero dovuto montare qualche luce a LED in più all’interno, perché la luminosità di notte è veramente scarsa». Infine, a proposito di Webasto «proprio l’altra notte ha smesso improvvisamente di funzionare. Poi ho capito il perché» (vedi box).

TUTTO È PERFETTIBILE,
ANCHE L’ALTEZZA DELLA SOSPENSIONE

Tutto bene, quindi. Praticamente sì, fatta eccezione per qualche dettaglio minimo, come la già ricordata regolazione del volante e l’inserimento di più punti luce in cabina. Da ultimo Giovanni aggiunge un altro dettaglio meccanico, relativo alle sospensioni full pneumatic. L’autista del nostro test premette che assicurano «un gran comfort in marcia, evitano quel fastidioso beccheggio dei sistemi misti (balestre all’anteriore, pneumatiche al posteriore) e reagiscono ottimamente in curva. «Tuttavia – aggiunge – migliorerei l’altezza massima della sospensione posteriore per le operazioni di aggancio e sgancio del semirimorchio. Anche gonfiata al massimo rimane un pelino troppo bassa. E per noi che facciamo intermodale e cambiano spesso quindi il semirimorchio questo è un particolare importante».

Il punto di vista di chi mantiene in forma il TGX
MANUTENZIONE ANCHE A DISTANZA

C’è chi vende il veicolo, chi lo acquista e chi lo guida. Ma poi c’è pure chi si occupa della manutenzione. Nel caso della LCT si tratta della C&B Officine Meccaniche, officina autorizzata MAN Truck service, con sede a Bellizzi in provincia di Salerno. Antonio Cerino, capofficina della struttura, dopo aver giustificato il fatto che con l’azienda catanese coltivano da anni un buon rapporto, «avendo loro un importante hub nell’interporto di Salerno», definisce «l’arrivo del nuovo MAN TGX in questa flotta un punto di orgoglio». Ovviamente, essendo il camion nuovo, «non abbiamo mai fatto manutenzione. So che l’azienda ha un contratto di manutenzione programmata MAN che prevede gli interventi da parte di qualsiasi officina MAN senza limiti di territorialità. Però noi siamo sempre a disposizione anche per consulenze telefoniche». E qui parte il racconto che coinvolge proprio Giovanni Viscuso, l’autista del nuovo TGX che «si è fatto vivo per manifestare un piccolo problema che gli abbiamo risolto per telefono». Più precisamente – spiega – «lamentava il mancato funzionamento del Webasto per il riscaldamento della cabina. Fortunatamente si trattava solo di un fusibile. Abbiamo spiegato come cambiarlo indicandogli il posizionamento e tutto si è risolto in fretta».
Antonio ricorda infine che il problema dell’interruzione dei corsi in presenza è stato vissuto anche dalle officine, ma aggiunge che «MAN Italia ha provveduto a mantenere informati tutti gli operatori dei servizi di assistenza con corsi via web. In questo modo abbiamo potuto aggiornarci sulla nuova generazione che richiede una specializzazione meccatronica altamente qualificata».

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