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Francia: ondata di fallimenti nell’autotrasporto. TLF chiede intervento del governo

645 imprese francesi del settore hanno portato i libri in tribunale nel secondo trimestre del 2025, con un incremento sul trimestre precedente dell’1,4%, sull’anno del 7%, sul biennio del 55%. Il problema è legato alla scarsa marginalità delle aziende, stimata tra il 2 e il 3%, a causa della pressione fiscale e di una normativa troppo punitiva. Ecco perché l’Unione TLF chiede di ridurre il carico impositivo e di fornire un sostegno per gli investimenti

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L’economia francese è in momento di difficoltà. E di conseguenza anche il trasporto merci soffre. Questo è almeno quanto si evince da un dato riportato da L’Officiel des transporteurs che quantifica in 645 i fallimenti di imprese avvenuti nel secondo trimestre dell’anno all’interno del comparto del trasporto su strada. Un dato straordinario rispetto alle tradizionali statistiche e che trova una comparazione soltanto con il 2020, vale a dire il momento più drammatico dell’emergenza Covid. 

In genere, nel ciclo di vista delle imprese accade che il numero di fallimenti, che tende a crescere in inverno, in primavera scende progressivamente. Nel 2025, invece, non soltanto questa flessione non c’è stata, ma si è registrato addirittura un aumento dell’1,4% rispetto a quanto accaduto nei primi tre mesi nell’anno. Se poi il trend lo si valuta rispetto all’intero anno, l’aumento dei fallimenti cresce del 7%, mentre su due anni addirittura schizza del 55%.

Anche l’Unione TLF, che elabora ciclicamente note congiunturali, registra difficoltà diffuse e un clima teso di sfiducia molto pesante. All’origine di questo malessere ci sarebbe in particolare una difficoltà finanziaria indotta dallo scarso margine con cui operano le imprese del settore, attestato mediamente tra il 2 e il 3%, vale a dire tra i più bassi dell’economia transalpina, ma anche più contenuto rispetto a quello calcolato in altri paesi dell’Unione. E a determinare questa redditività così contenuta sarebbe, secondo TLF, una pressione fiscale troppo onerosa e un ambiente normativo giudicato estremamente punitivo.

Il Presidente di questa federazione, Jean-Thomas Schmitt, ha avanzato alcune proposte al governo, da adottare il più in fretta possibile. Nella sua analisi, cioè sono necessari:

  • una riforma normativa che fissi politiche ambientali stabili e di lungo termine con obiettivi raggiungibili in modo da mettere in condizione le aziende di pianificare gli investimenti;
  • una riduzione del carico impositivo, che mantenga integra parte della redditività delle aziende;
  • un maggior sostegno agli investimenti per consentire alle aziende di rinnovare le flotte e di poter reclutare nuovi conducenti.

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