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Frode fiscale a Milano, sequestrati 64,7 milioni a GS

L'accusa per la società del Gruppo Carrefour è quella di somministrazione illecita di manodopera, con gravi irregolarità nelle forniture per la logistica e la movimentazione merci e omissioni nel versamento dell'Iva e degli oneri previdenziali e assistenziali dei lavoratori. La Procura di Milano valuta un danno erariale da 110 milioni. Peron (Fiap): «Bene l'inchiesta, ma si individui anche chi ne ha beneficiato»

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Un altro caso di “serbatoi della manodopera” è stato scoperto dalla Guardia di Finanza a Milano, durante un’inchiesta guidata dal pubblico ministero milanese, Paolo Storari. I finanzieri hanno proceduto al sequestro per frode fiscale di 64,7 milioni di euro alla società Gs del gruppo di supermercati Carrefour Italia. Il sistema, che aveva già interessato in passato altre realtà della grande distribuzione, viene utilizzato da alcune grandi aziende per garantirsi tariffe altamente competitive sul mercato con l’appalto irregolare di manodopera nei servizi di logistica e movimentazione merci.

In altri termini, come ha spiegato il procuratore di Milano, Marcello Viola, «Ci troviamo di fronte al fenomeno della somministrazione illecita di manodopera». Le indagini hanno portato alla luce una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo illecito, da parte di Gs, di «fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore». Il tutto ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti, per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro.

Ricostruendo la filiera della manodopera, è stato accertato che i rapporti di lavoro con GS «sono stati schermati da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di altre società cooperative (appunto le società serbatoio), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale ai lavoratori».
L’inchiesta, che ha portato al decreto di sequestro preventivo d’urgenza firmato dal PM, ha visto la collaborazione anche del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate. Perquisizioni sono state eseguite nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Torino nei confronti di persone e società.
Tra il 2018 e il 2022 il meccanismo delle presunte false fatture, ha commentato il pm Storari, «ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori, ma anche ingentissimi danni all’erario. Una speculazione lavorativa fraudolenta che è tuttora in atto, a tutto vantaggio della società della GDO».
Ora le indagini proseguiranno per individuare ulteriori serbatoi di personale rispetto a quelli già scoperti e denunciati (insieme a tredici fornitori in rapporti con Gs nello schema di interposizione fittizia di manodopera). Il potenziale danno erariale allo Stato è stato quantificato in quasi 110 milioni di euro.

Nell’atto del PM c’è anche il lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di aziende della logistica, della grande distribuzione, del facchinaggio e anche della vigilanza privata, tra cui diversi colossi dei rispettivi settori. Tra queste: Dhl, il Gruppo Gls, Spumador, Salumificio Beretta, Spreafico, Movimoda, Uber, Lidl, Nolostand-Fiera Milano, Schenker, Aldieri, Gruppo Cegalin-Hotelvolver, Brt, Geodis, Esselunga, Ups, Chiapparoli e Securitalia.

Peron (Fiap): «Estendiamo la corresponsabilità di filiera a tutte le componenti fiscali»

«Pur mantenendo la dovuta e giusta prudenza, perché i fatti contestati dovranno essere verificati, accogliamo con favore l’azione della Procura di Milano – ha commentato Alessandro Peron, segretario generale di Fiap – Con questi metodi non certamente legali si provoca una vera e propria concorrenza sleale nel settore, mettendo in estrema difficoltà chi invece opera nel rispetto delle regole».
«Ora è però importante che l’indagine vada avanti e si indirizzi anche su chi veramente ha beneficiato di queste modalità – ha proseguito Peron – e magari ha ottenuto servizi di trasporto e logistica a prezzi al di sotto della media del mercato. La miopia o la perpetrata volontà di continuare a comprare servizi di trasporto e di logistica solo guardando il prezzo finale, senza tenere conto di altri fattori, getta l’intero comparto in queste situazioni, che poi si riflettono sulla parte più debole del sistema, ossia il lavoratore».
«Un giusto costo di un servizio di trasporto e logistica è ben determinabile. Ma la tendenza a spostare gli acquisti di questi servizi verso uffici aziendali delocalizzati o attraverso l’impiego di sistemi informatici con tender al ribasso, evidenziano una responsabilità più ampia, che ricomprende anche chi poi compra tali servizi, disinteressandosi di come siano determinabili certi prezzi».
«Da anni la Fiap – conclude il segretario – continua a sostenere che per evitare questo modello si deve estendere la corresponsabilità di filiera a tutte le componenti fiscali, per coinvolgere maggiormente la committenza e per incentivare un modello etico e responsabile da parte di chi per primo rappresenta l’industria».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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