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Distrazione e guida: due poli che si respingono. Ecco come farli andare d’accordo

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Per tenere lontano il rischio incidenti, è sempre doveroso concentrarsi sulla strada giacchè, come rilevano analisi statistiche, il fattore umano è responsabile di circa il 90% dei sinistri stradali e le principali cause sono attribuibili a velocità elevata, guida in stato di ebrezza e distrazione. Ed è sulla distrazione che ci concentreremo.
La distrazione impatta sulla guida in maniera importante; lo confermano studi scientifici internazionali secondo i quali ben il 46% degli incidenti stradali è riconducibile alla distrazione alla guida.

Guidare è un’attività complessa, in quanto richiede l’utilizzo di diverse capacità: visiva, uditiva, cognitiva e motoria. La distrazione può impattare su ciascuna di esse, sia singolarmente (ad esempio, la radio può spostare l’attenzione uditiva dal traffico stradale), ma anche contemporaneamente (ad esempio, il navigatore comporta sia una distrazione di tipo visivo, distogliendo l’attenzione da quello che accade sulla strada allo schermo, e anche di tipo uditivo, prestando attenzione a ciò che dice la voce del navigatore).

Perché la distrazione alla guida è così pericolosa? Principalmente per due motivi:
– i tempi di reazione aumentano notevolmente: telefonando o scrivendo un SMS i tempi aumentano circa del 30-50% (che è paragonabile ai tempi di reazione che una persona avrebbe con un tasso alcoolemico dello 0,8%);
– ogni secondo di distrazione implica il percorrere un tratto di strada “a occhi chiusi”: ad esempio, rispondere ad un messaggio richiede circa 10 secondi, durante i quali, se si viaggia a una velocità di circa 80 km/h, si percorrono circa 250 metri.
Questo significa che, se una persona davanti a noi dovesse frenare bruscamente, o se ci fosse una curva inaspettata, non avremmo abbastanza tempo (e spazio) a disposizione per reagire in modo consono.

Che cos’è la distrazione? Per rispondere a questa domanda bisogna chiamare in causa una delle nostre più importanti funzioni cognitive: l’attenzione.

E allora…Che cos’è l’attenzione? L’attenzione si può definire come un processo cognitivo attraverso il quale si selezionano delle informazioni provenienti dall’ambiente circostante, trattenendone ed elaborandone alcune e scartandone altre. Più semplicemente, è una capacità che il nostro cervello ha di focalizzarsi su alcuni dati che, per vari motivi, ritiene interessanti e ignorarne altri meno appetibili (ad esempio, se mentre guidiamo la persona davanti a noi frena bruscamente, prestiamo attenzione alle azioni che dobbiamo fare per evitare di tamponarla e non a quello che stanno trasmettendo alla radio).

Come funziona l’attenzione? L’attenzione viene suddivisa in selettiva e divisa e, ciascuna, ha sue caratteristiche e modi di funzionare. Vediamole in breve:
– attenzione selettiva: con questo termine si intende la capacità che la persona ha di focalizzarsi su specifici stimoli provenienti dall’ambiente (ad esempio, se mentre guidiamo vediamo un cartello lampeggiante, la nostra attenzione verrà attratta dal cartello lampeggiante, tralasciando, per esempio, quello che si sta ascoltando alla radio). Quindi, tutto quello che sta ad al di fuori di uno specifico campo d’azione viene ignorato, grazie a una specie di “filtro” che seleziona le informazioni che servono in quel preciso momento per portare a termine un compito.
attenzione divisa: fa riferimento alla capacità della persona di focalizzare l’attenzione su più stimoli o eventi contemporaneamente (banalmente, è quella che ci permette di ascoltare la radio e guidare contemporaneamente). Questo tipo di attenzione ha un limite principale, legato alle nostre risorse mentali: queste ultime, infatti, non sono infinite, e questo implica che, se stiamo svolgendo più compiti assieme, esse vengano spezzettate in ciascun compito e usate in modo parziale.

In sintesi, se devo svolgere un solo compito alla volta (per esempio, guidare prestando attenzione alla strada) la mia attenzione sarà alta, perché le risorse mentali e l’attivazione fisiologica sono focalizzate unicamente su quella attività. Mentre, se si aggiungono altre azioni in contemporanea (come ascoltare la radio, parlare al telefono, seguire le indicazioni del navigatore, e così via), la mia attenzione sarà più bassa, perché le risorse mentali verranno spezzettate in ciascuna attività.
Ecco perché usare il cellulare alla guida o imbattersi in altre fonti di distrazioni rappresentano un pericolo reale e da non sottovalutare.

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