Da una donna a una donna. Da una rappresentante politica dell’Est europeo a un’altra proveniente dal cuore di quella stessa area. All’interno della nuova Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen, che attende comunque per l’insediamento ufficiale il parere favorevole del Parlamento, a occuparsi dei Trasporti dopo la slovena Violeta Bulc, sarà la rumena Rovana Plumb. Classe 1960, ingegnere chimico (con master anche fuori dal suo paese), dopo aver lavorato come dirigente in alcune aziende cosmetiche, entra in politica come segreteria di Stato dell’Autorità che si occupa di protezione dei consumatori. Vi rimane fino al 2004, quando viene eletta in Parlamento tra le file del Partito Socialista Democratico (aderente a Strasburgo al PSE e all’Alleanza Progressisti & Democratici), mentre nel 2007 fa il suo ingresso nel Parlamento europeo. Quindi, fedelissima dell’allora premier Victor Ponta, diventa ministro dell’Ambiente (2012-2014), a seguire del Lavoro (2014-2015) e, a più riprese, tra il 2017 e il 2019, anche dei Fondi europei.
Le sue uniche esperienze istituzionali nel mondo dei trasporti sono molto recenti e riguardano i primi mesi del 2019, quando Plumb assume ad interim la conduzione del ministero dei Trasporti rumeno, che lascia a fine aprile quando decide prima di concentrarsi sulla campagna elettorale per le europee e poi, il 19 giugno 2019, una volta eletta, di lasciare anche l’incarico di deputato nazionale per dare maggiore spazio all’incarico europeo.
Ursula von der Leyden nella lettera di conferimento dell’incarico a Rovana Plumb sottolinea il ruolo chiave che il settore dei trasporti dovrà ricoprire per rendere l’Europa «il primo continente al mondo neutrale dal punto di vista climatico». Il riferimento esplicito è ovviamente alla riduzione delle emissioni del settore, anche se la presidente della Commissione aggiunge esplicitamente che sarà necessario, «nei prossimi cinque anni, garantire che i trasporti europei siano sostenibili, sicuri, abbordabili e accessibili».
Infine ci sono le questioni politiche. Von der Leyden non ne parla nella lettera – che comunque non ha una funzione prescrittiva ed esaustiva – ma è chiaro che se in Europa esiste una problematica legata alle posizioni dei paesi del Patto di Visegrad (di cui la Romania fa parte), questa diventa tanto più urgente rispetto alla composizione degli interessi in campo nel mondo dei trasporti. I paesi dell’Est, infatti, hanno visto nel settore dei trasporti un elemento di sviluppo, in grado di dare ossigeno alle loro economie. E non a caso nel corso di pochi anni hanno conquistato larghissime fette di mercato, soprattutto di quello internazionale (non a caso la Polonia è il primo vettore europeo in tal senso). Peccato che, lamentano le aziende dell’altra Europa, questa crescita sia stata spesso condotta con metodi non sempre cristallini, giudicati da molti vero e proprio dumping sociale. Chissà cosa pensa la nuova commissaria di tutto questo?